Per la prima volta lo scorso 25 giugno, durante la presentazione del piano regionale per proteggere Faenza da future alluvioni, la parola delocalizzazione è stata associata a una precisa zona della città, ovvero via don Giovanni Verità. I tecnici regionali, che hanno presentato il mosaico di interventi per mitigare il rischio idrogeologico, hanno infatti delineato chiaramente il futuro di quest’area di Faenza. Via Verità, si legge nel piano regionale, risulta difficile da proteggere, in caso di eventi meteo estremi, perché si trova a quote altimetriche basse rispetto al fiume Lamone, risulta potenzialmente soggetta a importanti fenomeni di allagamento ed è circondata da aree considerate idonee per laminare le piene (zona Orto Bertoni, confluenza Lamone – Marzeno, area di via Cimatti e, infine, proprio la zona attigua a via Verità). Pertanto la soluzione prospettata è la delocalizzazione dei circa cento residenti che, per affrontare questa delicata fase, hanno deciso di costituire il “Comitato via Don Giovanni Verità”.
Una zona a rischio. Nasce il comitato
«L’annuncio arrivato il 25 giugno è stato un fulmine a ciel sereno – spiegano Maurizio Randi e Alberto Mantovani, che formano il direttivo insieme a Manuela Succi. È stata subito indetta una prima riunione di tutti i residenti e abbiamo deciso di fondare un comitato, che è poi nato ufficialmente mercoledì 9 luglio, per interloquire con le istituzioni». La situazione è, in questo momento, ancora in divenire perché l’ordinanza sulle delocalizzazioni è in capo al commissario Curcio, dopo che la Regione ha considerato insufficienti gli indennizzi ipotizzati da Figliuolo, nella prima bozza e pari a 1.800 euro al metro quadro.
L’obiettivo primario del Comitato è chiedere con forza che i residenti possano restare in piena sicurezza nelle proprie abitazioni.
Quello che però appare già molto chiaro agli abitanti di via Verità è che «non è possibile vivere con la minaccia costante di ricevere un ordine di evacuazione, in caso di maltempo. Se non può essere garantita la messa in sicurezza della nostra zona valuteremmo l’ipotesi di essere delocalizzati, ma visto che il nostro spostamento contribuirà a mettere in sicurezza Faenza, i costi non possono ricadere solo su di noi».
Le prospettive, “ci ritroviamo a dover ricominciare da capo”

Insomma, i residenti non intendono andare al muro contro muro e aprono alla delocalizzazione, pur abitando in una via a cui sono molto legati perché «c’è un’ottima qualità di vita. Siamo vicini al centro storico ma, allo stesso tempo, immersi nel verde – sottolineano Randi e Mantovani -. C’è chi abita qui da tutta la vita e sperava di lasciare l’abitazione ai propri figli e chi invece ha cercato con determinazione una casa in questa zona, riuscendola a trovare solo pochi anni fa. Tutti noi ora ci troviamo a dover ricominciare da capo».
Aperti al confronto, ma resta la problematica abitativa nel faentino
Disponibilità al confronto dunque e ad accettare di vedere demolita la propria casa ma a determinate condizioni. «Chiediamo solamente di essere trattati in maniera equa e ci aspettiamo dunque un indennizzo che sia molto vicino al valore delle abitazioni, prima dell’alluvione del maggio 2023. Non è però solo una questione di soldi – spiegano Randi e Mantovani – ma di soluzioni abitative. La situazione del mercato immobiliare locale, post alluvione, è complessa e noi vorremmo essere messi nelle condizioni di poter ricomprare una casa in un’altra zona della città, senza dover abbandonare Faenza».
A breve dunque il neonato comitato si aspetta l’apertura di un tavolo di confronto con le istituzioni, a partire dall’amministrazione comunale e dalla Regione Emilia-Romagna. «Davanti a una situazione che per noi è drammatica – continuano i rappresentati del comitato – siamo comunque pragmatici e aperti al confronto però ci aspettiamo dalle istituzioni disponibilità ad ascoltarci, a riconoscere le nostre esigenze e flessibilità. Chiediamo che ci sia un riferimento chiaro sul territorio, in grado di valutare caso per caso e di trovare la giusta soluzione, perché ogni famiglia che abita in via Verità ha la propria storia e le proprie necessità».
Samuele Bondi













