A pochi giorni dal conseguimento della laurea triennale in Diplomatic and International Sciences, la 22enne Irene Zanotti, il prossimo 29 luglio lascerà il suo paese d’origine, San’Agata sul Santerno, per raggiungere la Tanzania. La permanenza presso lo stato africano orientale si protrarrà per la durata di un anno, durante il quale Zanotti svolgerà servizio civile. Da anni impegnata nel volontariato presso l’oratorio parrocchiale e dedita al servizio nell’Azione Cattolica diocesana, rivolge ora il suo sguardo verso una realtà diversa e lontana da quella quotidiana. Tante le ore di formazione investite in questo tempo che precede la sua partenza, alcune le consapevolezze già acquisite, molte le curiosità e gli interrogativi a cui dare risposta, sfrenata la fame di crescita di cui Irene ci parla.
Intervista a Irene Zanotti

Irene, come nasce la scelta di svolgere servizio civile?
A breve concluderò il mio ciclo di studi triennali presso la facoltà di Scienze diplomatiche e internazionali di Bologna. In questi mesi, che mi hanno portato alla conclusione di un percorso, ho sentito il bisogno di prendermi una pausa per capire verso quale direzione orientare la mia vita e il mio ciclo di studi. Non so bene che strada prendere, ma una cosa che sento è il forte desiderio di fare “qualcosa di buono”, forse è un sentimento influenzato dal mio passato di servizio in parrocchia e in Diocesi. Sicuramente a premere l’acceleratore verso questa direzione l’esempio dei tanti che in diocesi hanno dedicato tempo e cura nel servizio per gli altri. Il servizio civile universale, suggerito da alcuni amici, mi è sembrata la fusione perfetta per mettere a frutto i miei studi: un’esperienza all’estero dedicando tempo a una realtà completamente diversa dalla nostra per cui l’aiuto non è forse mai abbastanza.
Come mai hai deciso di svolgere il tuo servizio civile proprio in Tanzania?
La scelta è ricaduta sulla Tanzania perché durante questi anni di studio mi sono tanto appassionata di storia africana, a tal punto che ho deciso di iniziare a studiare una delle tante lingue africane, lo swahili, nonché lingua madre della Tanzania. Informandomi sui vari progetti di servizio civile all’estero, mi ha estremamente colpito quello proposto da “Iop Italia” (Ilula Orphan Program), Ong italiana a stretto contatto con quella di riferimento in Tanzania, che collabora per un aiuto alla comunità locale a 360°. Ecco che passione per la storia, voglia di approfondire la lingua e validità del progetto mi hanno portato a battezzare proprio questa terra come mia meta.
Quanti siete a partire e in che modo vi state formando a questo tipo di esperienza?
Siamo in 4, due ragazzi e due ragazze da diverse parti d’Italia. Abbiamo avuto l’occasione di incontrarci nelle scorse settimane di formazione. La formazione è stata molto intensa e complessa. Abbiamo trascorso tre giorni a Modena insieme ad altri 40 ragazzi in partenza per altri progetti di servizio civile all’estero. Durante questi tre giorni ci è stata erogata una formazione generale comune a tutti, indipendentemente dal luogo di destinazione. Al momento stiamo completando la formazione specifica a Giaveno (Torino), sede dell’associazione Iop Italia. Sono giorni molto intensi in cui stiamo avendo modo di apprendere tantissimo dai membri dell’associazione che hanno già trascorso lunghi periodi sul campo. Sicuramente sono momenti che richiedono impegno, costanza e attenzione, ma allo stesso tempo è bellissimo il clima di scambio e condivisione che si crea.
Di cosa ti occuperai durante il tuo anno di servizio civile?
L’associazione ha vari progetti, il principale è lo “Sponsor program” impegnato nel sostegno scolastico per bambini e ragazzi più poveri. Il servizio riguarda i bambini dalla scuola dell’infanzia fino agli universitari. In questo senso le famiglie non solo ricevono un sostegno educativo, ma anche economico per quanto riguarda le tasse scolastiche, la divisa e il materiale. Un altro progetto in cui Iop Italia è coinvolta è “Un pasto nelle scuole”, un programma alimentare gestito in collaborazione diretta con gli insegnanti.
Recentemente è stato avviato un programma di sostegno diretto per alcune famiglie. Con l’obiettivo di migliorarne l’alimentazione e incentivarne il sostegno economico indipendente, queste vengono supportate nell’avviamento di piccole zone di coltura e di allevamento animale. In quanto volontari di servizio civile dovremmo occuparci del corretto e continuo funzionamento di tutti i progetti in cui Iop Italia è impegnato e supportarne l’avviamento di un ulteriore obiettivo di agricoltura sostenibile in collaborazione con la Sokoine University of Agriculture
Cosa ti aspetti da questa esperienza?
Sicuramente un’importante crescita personale derivante da periodi di difficoltà, che mi daranno occasione di migliorarmi, a da momenti belli e significativi.
Quali le preoccupazioni?
Non sarà di certo facile imparare a stare così tanto lontano da casa. Vengo da Sant’Agata sul Santerno, il comune più piccolo per superficie e il terzo per abitanti di tutta l’Emilia-Romagna. Ritrovarmi in Tanzania, in una realtà tanto diversa e lontana dalla mia quotidianità, sarà complesso e d’impatto destabilizzante. In questi giorni di formazione abbiamo preso più coscienza circa la portata delle nostre responsabilità e dei compiti che dovremo portare a termine, non nascondo il timore di non sentirsi all’altezza.
Sei pronta alla partenza?
L’entusiasmo e la voglia di partire non mancano, è un’occasione nella vita, voglio investire al meglio questo prezioso tempo che mi aspetta, nella certezza che col tempo prenderemo dimestichezza con il nostro nuovo equilibrio africano.
Lisa Berardi














