L’associazione Romagna-Camaldoli dedica la serata di martedì 15 luglio (ore 21 presso l’Arena Estiva del Cinema Europa di Faenza) alla memoria del padre Ernesto Balducci, una voce molto importante nel panorama della cultura italiana del secondo dopoguerra. Nato nel 1922 da una famiglia poverissima nella cittadina mineraria di Santa Fiora ai piedi del Monte Amiata entrò molto giovane nel collegio degli Scolopi divenendo sacerdote nell’agosto del 1945. Inviato a Firenze e animato da una vivissima intelligenza evangelica, contribuì a fare del capoluogo toscano un laboratorio di riforma civile e religiosa assieme alle figure di Giorgio La Pira, p. David Maria Turoldo, don Lorenzo Milani, Mario Gozzini, Giampaolo Meucci, accogliendo poi con entusiasmo le novità del Concilio Ecumenico Vaticano II. Orientato a un sincero dialogo anche con i “non credenti” (ricordo fra i tanti Lucio Lombardo Radice, Roger Garaudy, Cesare Luporini, Eugenio Garin, Lelio Basso) fu critico verso l’istituzione ecclesiastica -troppo lenta nell’attuazione del rinnovamento conciliare- senza peraltro mai abbandonare, la Chiesa cui apparteneva.
Morì il 25 aprile del 1992 all’Ospedale Bufalini di Cesena in seguito a un tragico incidente stradale sulla circonvallazione di Faenza. Ricordo bene la messa funebre in una Basilica di Santa Maria del Fiore gremita di gente: migliaia di persone che l’avevano conosciuto, che avevano letto i suoi numerosissimi scritti o che l’avevano semplicemente ascoltato restando affascinati dal suo eloquio tanto profondo quanto accessibile a tutti. Celebrò le esequie il cardinale Silvano Piovanelli, arcivescovo di Firenze, a testimoniare una riconciliazione troppo tardi avvenuta.















