È stato inaugurato il nuovo Ospedale di Comunità (OdC) di Russi, una struttura a vocazione interdistrettuale che rappresenta un tassello strategico per il potenziamento dei servizi sociosanitari territoriali dell’Ausl Romagna. L’OdC accoglierà pazienti provenienti dai distretti di Ravenna, Lugo e Faenza, offrendo un’assistenza intermedia tra ospedale e domicilio.

Una struttura moderna radicata nella storia locale

L’Ospedale di Comunità di Russi si inserisce nel solco di una lunga storia di solidarietà nata a fine Settecento grazie all’impegno di Francesco e Giovanna Maccabelli, in collaborazione con Antonio Farini, per dar vita a un’istituzione benefica che oggi trova nuova forma, ma mantiene la stessa vocazione di servizio.

La struttura dispone di 13 camere di degenza per un totale di 20 posti letto, ed è completamente rinnovata secondo criteri di comfort, funzionalità e umanizzazione delle cure. È dotata di palestra riabilitativa, accessibile anche ad utenti esterni, e di ambienti destinati alla socializzazione, come un soggiorno con libreria, televisore, frigorifero e forno a microonde, pensati per promuovere la relazione e il benessere psicosociale.

Destinatari e modalità di accesso

Gli Ospedali di comunità rappresentano strutture intermedie tra l’assistenza domiciliare e l’ospedale: in sostanza un ponte tra il domicilio, i servizi territoriali e l’ospedale per tutte quelle persone che non hanno necessità di essere ricoverate in reparti specialistici, ma necessitano di un’assistenza sanitaria che non potrebbero ricevere a casa. Progettata come una struttura a gestione infermieristica – nella quale infermieri ed OSS garantiscono una assistenza continuativa h24 – la presenza medica è garantita 4,5 ore al giorno, dal lunedì al sabato, da medici di medicina generale e di continuità assistenziale.

L’ingresso può avvenire o dall’ospedale – su proposta del personale medico e infermieristico dell’Unità Operativa – nel caso in cui, al termine di una patologia acuta, vi siano difficoltà al rientro immediato al domicilio oppure direttamente dal domicilio, su proposta del Medico di Medicina Generale. La degenza, totalmente gratuita, si pone come obiettivo la realizzazione di uno specifico progetto di cura che, di norma, si conclude entro i 30 giorni. Questo progetto può essere assistenziale, riabilitativo o sociale e viene condiviso con l’assistito e con le sue persone di riferimento (caregiver) sin dai primi giorni da un professionista esperto nella definizione dei percorsi di cura (CaseManager).

I primi pazienti, Maria e Maurizio (entrambi russiani), sono stati accolti a partire da lunedì 19 maggio e, ad oggi la struttura è pienamente operativa.

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Pnrr e donazioni private per una sanità di prossimità

La realizzazione della struttura rientra tra gli interventi finanziati dalla Missione 6 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), per un importo di 1.089.846 euro destinato agli interventi edilizi. A ciò si aggiungono oltre 220.000 euro raccolti grazie alla generosità di aziende, associazioni, banche, imprese e cittadini per l’acquisto di arredi, attrezzature sanitarie e informatiche.

Particolare rilievo ha avuto il contributo della Fondazione Ossigeno, ente non profit promosso da Euro Company S.p.A. SB, con sede a Godo di Russi. Il consiglio di amministrazione della fondazione ha dichiarato: «Siamo profondamente orgogliosi di aver contribuito con una donazione alla realizzazione del nuovo Ospedale di Comunità di Russi. Come Fondazione, crediamo fortemente nell’importanza di sostenere progetti che rafforzano il tessuto sociale e migliorano concretamente la vita delle persone. Questo nuovo presidio sanitario rappresenta un passo fondamentale verso una sanità più vicina e accessibile. Ringraziamo tutti coloro che hanno reso possibile questa iniziativa e siamo felici di aver potuto fare la nostra parte per il bene della comunità».

Un presidio al servizio di tre territori

«Una riqualificazione dal grande valore sociale» – ha dichiarato Michele de Pascale, presidente della Regione Emilia-Romagna – «che restituisce centralità a un luogo storico, offrendo un’assistenza continuativa a chi non ha bisogno di ricovero specialistico. È un esempio concreto di integrazione tra sanità e territorio, sostenuto da investimenti pubblici e dal cuore della comunità».

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Anche la sindaca di Russi, Valentina Palli, ha evidenziato la centralità della parola comunità: «Abbiamo pensato a un progetto multidisciplinare e accessibile, in cui familiari e caregiver possono essere parte attiva nel processo di cura. Nei prossimi mesi inaugureremo sullo stesso piano anche i nuovi locali del Servizio Sociale Associato, per una piena integrazione tra sanitario e sociale».

Rete provinciale e prospettive future

Soddisfazione è stata espressa anche da Roberta Mazzoni, direttrice del Distretto di Ravenna: «Con questa apertura, l’OdC di Russi si integra nella rete provinciale insieme a quelli già attivi a Brisighella, Cervia e Ravenna, portando a 72 i posti letto disponibili sul territorio. Il presidio completa la Casa della Comunità di Russi secondo i principi del DM 77/2022, rafforzando l’assistenza integrata».

Infine, il direttore generale dell’Ausl Romagna, Tiziano Carradori, ha sottolineato la necessità di un cambiamento culturale: «Il benessere è frutto del lavoro di una comunità. Non basta creare strutture, serve anche una trasformazione nel modo di lavorare degli operatori, mettendo al centro la persona da assistere, non la singola professione».