Una lettera accorata, firmata da un “padre esasperato”, ha raggiunto nei giorni scorsi la nostra redazione. L’autore si firma come genitore di uno studente dell’Istituto Alberghiero di Riolo Terme e denuncia una scuola sorda alle esigenze dei ragazzi con disturbi specifici dell’apprendimento, in particolare la dislessia. «Mio figlio ha studiato con impegno, si è sforzato più di altri, ma la scuola non ha fatto la sua parte», scrive l’uomo, puntando il dito contro l’assenza di misure compensative e la presunta impreparazione del corpo docente. Una testimonianza forte, che ha inevitabilmente suscitato reazioni. A partire da quella del dirigente scolastico dell’istituto, il professor Stefano Rotondi, che abbiamo raggiunto per un confronto.
“Una delle scuole più inclusive del territorio”
«Quando abbiamo letto la lettera, siamo rimasti sorpresi e amareggiati», ci racconta il preside. «Siamo una delle scuole con il più alto numero di studenti con disabilità e disturbi dell’apprendimento: il prossimo anno accoglieremo 89 studenti con disabilità su circa 600 iscritti in totale, seguiti da una cinquantina di docenti di sostegno. Abbiamo investito tanto in formazione e ambienti inclusivi, anche grazie ai fondi Pnrr».
Non solo spazi dedicati con arredi adatti e “angoli morbidi” per favorire l’accoglienza, ma anche percorsi formativi specifici per i docenti: «Ci teniamo che il nostro personale sia preparato e aggiornato. È una scuola viva, che lavora tanto sull’autonomia degli studenti, anche nei casi più complessi».
Il nodo del rapporto con le famiglie
Secondo il dirigente scolastico, alla base della frattura descritta nella lettera ci sarebbe una relazione educativa mancata: «Dalla lettera si capisce che con questa famiglia non siamo riusciti a costruire un’alleanza educativa. È fondamentale lavorare insieme: dove c’è collaborazione, i risultati arrivano. Ma se manca fiducia reciproca, è difficile ottenere progressi, e purtroppo a pagarne le conseguenze sono sempre i ragazzi».
Rotondi chiarisce inoltre che durante l’anno non sono arrivate lamentele ufficiali su episodi di mancata applicazione delle misure per i dsa, se non un episodio che però non sembra riconducibile a quello del firmatario della lettera. E aggiunge un dettaglio non secondario: «Il figlio della famiglia in questione è stato promosso. Non comprendiamo quindi il senso, nel caso si trattasse della stessa persona, di questa esternazione così aspra, ma affronteremo la questione nel prossimo collegio docenti».
Sull’autonomia: “Un passaggio necessario”
Il preside tocca anche un tema pedagogico di fondo: il delicato equilibrio tra sostegno e autonomia. «A volte, per aiutare i ragazzi a crescere, riduciamo gradualmente il supporto. Non lo facciamo per abbandonarli, ma per insegnare loro a camminare con le proprie gambe. Alcuni genitori interpretano questo passaggio come una mancanza, ma è parte di un percorso strutturato».
Lettere opposte
Alla pubblicazione della lettera del “padre esasperato” hanno fatto seguito anche messaggi di ringraziamento da parte di altre famiglie, a testimonianza di come l’esperienza scolastica possa essere vissuta in modo molto diverso, spesso a seconda della qualità del dialogo tra scuola e genitori.
Un’occasione per riflettere
L’Istituto Alberghiero di Riolo Terme, come ogni comunità scolastica, non è immune da criticità. Ma questa vicenda, al di là delle posizioni, offre uno spunto importante: la necessità di rafforzare la comunicazione tra scuola e famiglie, di vigilare sulla corretta applicazione delle normative sui dsa e di non perdere mai di vista il cuore di ogni percorso educativo – la crescita, umana e professionale, degli studenti.
s.m.














