Un altro incidente sul lavoro si è verificato a Ravenna. Questa mattina, intorno alle 8.30, un operaio che stava lavorando all’interno del cantiere allestito per ampliare l’istituto tecnico per geometri Morigia, è improvvisamente caduto mentre si trovava su un ponteggio, riportando traumi alla testa.

Da chiarire le cause della caduta. Immediati i soccorsi, attivati dai colleghi che si trovavano nel cantiere. Sul posto sono giunti gli operatori sanitari del 118 con ambulanza e automedica. L’operaio, un 33enne italiano, rimasto sempre cosciente, è stato trasportato all’ospedale Bufalini di Cesena.

Feneal Uil, Fillea Cgil, Filca Cisl: “Non è un caso isolato, è un sistema malato”

“Le cause precise dell’incidente andranno verificate dagli organi competenti – commentano Feneal Uil, Fillea Cgil, Filca Cisl -, resta il fatto che una famiglia è in attesa di notizie, che un lavoratore è ferito e che è l’ennesimo episodio che si verifica nel settore edile e nella nostra provincia. Il cantiere era stato visitato dai nostri responsabili della sicurezza territoriali (RLST) e non erano emerse criticità evidenti. Eppure qualcosa non ha funzionato. Non possiamo limitarci a registrare il fatto, dobbiamo interrogarci sul contesto: il lavoro edile continua a essere svolto in condizioni precarie, con pressioni su tempi e costi che rischiano di compromettere la prevenzione. 

L’edilizia oggi è una giungla di appalti e subappalti, dove la sicurezza è spesso sacrificata sull’altare dell’urgenza e del risparmio. E quando questi cantieri sono legati a fondi pubblici o al PNRR, questo è ancora più inaccettabile. A maggior ragione in questi casi, pretendiamo che il rispetto delle norme sulla sicurezza sia verificato a ogni livello della filiera.

Il lavoro in edilizia non può trasformarsi in una roulette russa, dove chi resta in piedi si considera fortunato. Chiediamo ancora una volta che il Prefetto di Ravenna convochi con urgenza le organizzazioni sindacali, come da tempo richiesto, per affrontare insieme il tema della sicurezza nei luoghi di lavoro. Il silenzio istituzionale non è più tollerabile. Serve una regia territoriale forte, condivisa, coordinata, che rimetta al centro il diritto alla vita e alla salute di chi lavora”.