Ha vinto il premio alla dama più bella del Palio del Niballo 2025, ma la sua è una storia che va ben oltre la ceramica del liocorno. Ania Bergami, 42 anni, faentina, è cresciuta nel rione Borgo Durbecco dove oggi vive con il compagno Marco Poggi, i due figli Julian (13 anni) e Jolie (5) e un cane. Dopo una carriera nella pallacanestro professionistica – tra serie A1 e A2 e B – oggi lavora come assistente in uno studio medico e in un salone di bellezza. La sua passione per il rione è radicata e profonda, e da sempre coltivava il desiderio di diventare dama. Quest’anno, per la prima volta, ha avuto l’occasione di sfilare a cavallo e ha realizzato un sogno d’infanzia.

Intervista a Ania Bergami

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Chi è Ania Bergami, fuori dal Palio?

Ho 42 anni, una “pazza famiglia” con il mio compagno Marco, due figli e un piccolo cane. Ho giocato a basket a livello professionale in serie A1 e A2, e B Negli ultimi anni, poi a causa di infortuni sono stata operata sei volte al ginocchio. Fino a 30 anni è stata la mia professione e sono molto grata per questo.

Da quanto tempo sei nel rione Borgo Durbecco?

Da sempre. Il rione per me è casa. Vado in scuderia ogni settimana, a giugno si lavora tutto il mese per le attività del Palio. Se c’è qualcosa da fare, io e il mio gruppo ci siamo sempre. È un posto dove cresci, tutti conoscono i tuoi figli, una famiglia.

Come sei stata scelta come dama?

Quest’anno hanno fatto una selezione una domenica mattina di febbraio. Mi hanno detto che ero stata scelta dopo un po’. Per me era un sogno da sempre. La dama è la figura femminile più importante: rappresenta la moglie del priore, accompagna la bandiera in battaglia. Da ragazza lo sognavo e quest’anno finalmente è accaduto.

Come hai vissuto la sfilata?

Con emozione. Il mio compagno Marco era accanto a me. Mi ha aiutata molto: se mi vedeva tesa, mi diceva qualcosa per farmi rilassare. Quando mi commuovevo, bastava uno sguardo. È stato bellissimo fare questa esperienza insieme a lui.

Ti sei preparata per andare a cavallo?

Ho provato solo una volta per cinque minuti. So andare a cavallo, ma la sella all’amazzone è diversa. Era la prima volta. Ho avuto fortuna: il cavallo è stato molto buono. E l’adrenalina era così alta che non ho nemmeno sentito il caldo.

Hai vinto il premio alla miglior dama. Cosa ha fatto la differenza secondo te?

In testa avevo una cuffia realizzata a mano dalla capocostumi Silvia, che ha impiegato 250 ore di lavoro, ricamando ogni singola perlina. Un capolavoro. Dicono sia stato il portamento, il sorriso, ma secondo me quel gioiello ha contato molto. Andrà in esposizione al museo del rione. Ringrazio la sala costumi e in particolare Silvia e le mie amiche: mi hanno scritto una canzone e fatto una maglietta. Il bene che ho sentito attorno a me è stato immenso.

Rispetto al pubblico, l’età ti ha penalizzata?

Ho ricevuto tanti applausi, anche da persone di altri rioni. Forse erano donne, chissà. Ma sono arrivati anche insulti durante la sfilata e sui social. Nessun problema, me lo aspettavo. Con Marco avevamo deciso di prenderla sul ridere, e così abbiamo fatto. Non si può piacere a tutti, ed è anche bello così.

Come si fa a diventare dama del Borgo?

Nel nostro rione mettono una scatola dove inserire la richiesta di sfilare, anche per i figli. Poi ti chiamano. Quest’anno hanno valutato portamento, viso… avevano anche fatto un prototipo del casco da utilizzare. Il costume resta sempre lo stesso, ma l’acconciatura cambia ogni anno.

Il rione ha vissuto anche momenti difficili, come l’alluvione. Come li avete affrontati?

Ci siamo aiutati tanto. Tutti i soci rionali si sono dati da fare, nessuno ha dovuto chiedere. Abbiamo fatto cene di beneficenza, cucinato per i volontari. Quando c’è affetto e comunità, queste cose vengono spontanee. E anche gli altri rioni ci hanno dato una bella mano. La competizione c’è, ma nelle cose importanti l’aiuto non manca.

Quanti soci ha il rione?

All’incirca 400. Al corteo storico eravamo un’ottantina. Tutta la mia famiglia è coinvolta: mio figlio fa lo sbandieratore e quest’anno ha voluto vedere il Palio in curva. Mia figlia ha sfilato l’anno scorso.

Potresti tornare dama anche l’anno prossimo?

La regola è che dama che vince non si cambia. Noi non abbiamo vinto il Palio, quindi non ci sarò. È un po’ come un portafortuna: il Verde, per esempio, ha confermato la stessa dama per la quarta volta.

Barbara Fichera