“Quali sono, nel mondo giovanile dei nostri giorni, le sfide più urgenti da affrontare? Quali i valori da promuovere? Quali le risorse su cui contare?”. A chiederselo è stato papa Leone XIV, ricevendo in udienza questa mattina, nella sala Clementina, i Fratelli delle scuole cristiane, ispirate da san Giovanni Battista La Salle (1651-1719).

“Modelli relazionali sempre più improntati a superficialità”

“I giovani del nostro tempo, come quelli di ogni epoca – ha detto il Santo padre – sono un vulcano di vita, di energie, di sentimenti, di idee. Lo si vede dalle cose meravigliose che sanno fare, in tanti campi. Hanno però anche loro bisogno di aiuto, per far crescere in armonia tanta ricchezza e per superare ciò che, pur in modo diverso rispetto al passato, ne può ancora impedire il sano sviluppo”.

Il Pontefice ha citato alcuni ostacoli da affrontare: “Pensiamo all’isolamento che provocano dilaganti modelli relazionali sempre più improntati a superficialità, individualismo e instabilità affettiva; alla diffusione di schemi di pensiero indeboliti dal relativismo; al prevalere di ritmi e stili di vita in cui non c’è abbastanza posto per l’ascolto, la riflessione e il dialogo, a scuola, in famiglia, a volte tra gli stessi coetanei, con la solitudine che ne deriva”.

“Toccare il cuore degli allievi”

Per papa Prevost “si tratta di sfide impegnative, di cui però anche noi, come san Giovanni Battista de La Salle, possiamo fare altrettanti trampolini di lancio per esplorare vie, elaborare strumenti e adottare linguaggi nuovi, con cui continuare a toccare il cuore degli allievi, aiutandoli e spronandoli ad affrontare con coraggio ogni ostacolo per dare nella vita il meglio di sé, secondo i disegni di Dio. È lodevole, in questo senso, l’attenzione che ponete, nelle vostre scuole, alla formazione dei docenti e alla realizzazione di comunità educanti in cui lo sforzo didattico è arricchito dall’apporto di tutti. Vi incoraggio a continuare su queste strade”.

“Il vostro altare è la cattedra”

Importante per Leone XIV è soprattutto un aspetto della realtà lasalliana: “la docenza vissuta come ministero e missione, come consacrazione nella Chiesa. San Giovanni Battista de La Salle non ha voluto che fra i maestri delle Scuole cristiane ci fossero sacerdoti, ma solo “fratelli”, perché ogni vostro sforzo fosse indirizzato, con l’aiuto di Dio, all’educazione degli alunni.

Amava dire: “Il vostro altare è la cattedra”, promuovendo così nella Chiesa del suo tempo una realtà fino ad allora sconosciuta: quella di insegnanti e catechisti laici investiti, nella comunità, di un vero e proprio “ministero”, secondo il principio di evangelizzare educando ed educare evangelizzando“.