Giovedì 22 maggio, si è tenuta a Faenza l’inaugurazione del Polo Archivistico Faentino, un evento che ha richiamato la partecipazione di tantissime persone, circa un centinaio, desiderose di conoscere questa nuova e significativa risorsa per la città.
L’inaugurazione, svoltasi in via Antonio Zucchini 29, ha visto gli interventi da parte di figure di spicco nel panorama archivistico, tra cui quella di Elena Stefani (Soprintendente della Soprintendenza archivistica e bibliografica dell’Emilia Romagna), Stefano Vitali (ex Soprintendente della stessa Soprintendenza), Pierangelo Unibosi (Dirigente Area Legale e AA.II. dell’Unione della Romagna Faentina), Michela Dolcini (Direttrice dell’Archivio di Stato di Ravenna e Sezione di Faenza) e Gabriella Garavini (Responsabile del Servizio Archivi e protocollo dell’Unione della Romagna Faentina).
L’istituto rappresenta un modello unico a livello nazionale poiché raccoglie nello stesso spazio la Sezione di Archivio di Stato, l’Archivio del Comune e dell’Unione della Romagna Faentina. Questa sinergia di fondi statali e locali è stata resa possibile in seguito alla convenzione stipulata, a dicembre del 2021, tra il Comune di Faenza e l’Archivio di Stato di Ravenna.
La genesi del progetto. Spazi di deposito per una capienza archivistica pari a 7km
I presupposti per la costruzione del nuovo edificio sono stati posti nel 2014, grazie ad un accordo urbanistico tra il Comune di Faenza e la ditta GEA Srl, proprietaria dell’area denominata Colombarina, cui fece seguito una variante al Piano Regolatore, perfezionata nella primavera del 2016.
Nel dettaglio, l’accordo prevedeva, tra l’altro, la realizzazione da parte del privato e la successiva cessione gratuita al Comune di Faenza del nuovo archivio (con una superficie di 1.000 mq), nonché del lotto destinato a ospitare anche un eventuale futuro raddoppio dell’edificio (per un totale di 5.000 mq).

Il progetto, che ha ottenuto il parere favorevole della Soprintendenza archivistica dell’Emilia-Romagna, prevedeva la costruzione di un edificio completo di impianti, finiture, arredi e attrezzature informatiche, con spazi di deposito per una capienza archivistica superiore ai 7 km lineari di documentazione e un’area di circa 100 mq destinata alla consultazione pubblica. Dal punto di vista economico, l’edificio attrezzato è costato più di 1.700.000 euro, oltre alle opere di urbanizzazione e di viabilità connesse.

Il nuovo istituto e la struttura: conservare il patrimonio documentale in sicurezza e favorire la consultazione
L’edificio si estende su circa 1.000 mq e dispone di oltre 7 km lineari di scaffalature; 5,6 km già occupati e che custodiscono 2,7 km per l’Archivio di Stato e 2,9 per il Polo Archivistico, documentazione che abbraccia oltre un millennio di storia.
La struttura è stata progettata non solo per conservare in sicurezza il patrimonio documentale, ma anche per favorirne la consultazione da parte di studiosi, storici, liberi professionisti e cittadini e per promuovere la didattica in archivio con le scuole.
L’obiettivo è infatti aprire l’archivio anche a visite per studenti, che avranno la possibilità di osservare da vicino interessanti documenti della storia cittadina, una peculiarità non facilmente riscontrabile altrove.
La volontà è anche quella di ospitare presentazioni di libri e altre iniziative culturali per coinvolgere attivamente la comunità, trasformando l’archivio in un luogo dinamico e accessibile.

L’accordo con l’impresa ha previsto, oltre alla costruzione dell’edificio, la realizzazione e la cessione gratuita al Comune di infrastrutture viarie come la nuova rotatoria lungo via Silvestro e la viabilità alberata e i sottoservizi fognari e di illuminazione pubblica.
Elemento caratterizzante della struttura del Polo archivistico è il murale dal titolo ‘Astronave Archivio’, un’opera di 400 mq realizzata con tecnica mista: pittura spray e ceramica.
Ideato da Monica Cuoghi e Claudio Corsello, in collaborazione con l’artista ‘Dado’ (Alessandro Ferri), il murale trasforma la parola “Archivio” in un’immagine astratta e dinamica. Il progetto artistico è stato curato da Viola Emaldi che ha coordinato artisti e maestranze.

Il patrimonio documentale che racconta la storia del territorio, dal Medioevo ai giorni nostri
Il nuovo istituto conserva milioni di documenti che raccontano la storia del territorio, dall’Alto Medioevo fino ai giorni nostri.
Il documento più antico conservato è una pergamena, datata 2 agosto 979, che attesta un atto di vendita immobiliare da parte del vescovo di Arezzo; gli atti più recenti sono le delibere del Consiglio dell’Unione della Romagna Faentina del 2014.
Il Polo Archivistico comprende in primo luogo l’archivio comunale dal 1957 in avanti (l’archivio storico precedente il 1957 si trova nella Sezione di archivio di Stato): la corrispondenza generale dell’ente e le pratiche edilizie. Le delibere di Consiglio e Giunta invece sono presenti a partire dal dopoguerra.
Nell’archivio comunale sono confluiti anche diversi altri fondi di ambito faentino: Canal Naviglio Zanelli (1776-1996), Asilo cittadino (1849-1982), Congregazione di carità (1850-1934), Ente ospizi marini montani (1869-2001), Ente Comunale di Assistenza (1922-1980), Settimana Faentina (1931-2001), Faentino lontano (1960-2010) e Azienda Multiservizi Faentina (1965-2000).
A questi si aggiungono l’archivio della ex Comunità montana dell’Appennino faentino (1973-2009) e alcuni fondi archivistici provenienti dai comuni dell’Unione, scampati all’alluvione del maggio 2023: 90 metri lineari di documenti dell’archivio storico del Comune di Castel Bolognese (1535-1978), messi in sicurezza prima dell’evento; 20 metri lineari dell’archivio del Comune di Solarolo (1902-2000); e 6 metri di documentazione delle Opere Pie Raggruppate di Brisighella (1578-1993), messi in salvo subito dopo l’evento. La gestione centralizzata e rinnovata della documentazione ha già evidenziato benefici significativi.
Ad esempio, il trasferimento anticipato di circa 2.400 metri lineari di documenti ha reso più rapida la consultazione e ha garantito la conservazione delle pratiche edilizie, che in precedenza erano distribuite in sedi diverse, semplificando così l’accesso e riducendo tempi e costi per l’ente.
La Sezione dell’Archivio di Stato conserva oltre 2.400 pergamene, quasi 1.200 mappe e circa 33.000 tra volumi, registri e buste. Tra i fondi principali si segnala l’archivio storico comunale di Faenza, a partire dall’Antica Magistratura, con un arco cronologico che va dalle prime testimonianze del X secolo fino al 1956.

Questo fondo documenta il periodo rinascimentale, l’epoca napoleonica, la Restaurazione, l’Italia unita, le due guerre mondiali, il regime fascista e il pieno secondo dopoguerra.
Di particolare interesse è il patrimonio cartografico, dedicato in larga parte all’idrografia e alle vie di comunicazione, ma comprendente anche piante di chiese, monasteri, teatri e altri edifici di pregio della città. Di grande rilievo anche i fondi giudiziari di epoca moderna (Podestà e Governatori), relativi ai territori di Faenza, Modigliana e Brisighella.
Il materiale più antico conservato proviene in larga misura dal fondo delle Corporazioni religiose di Faenza, che raccoglie gli archivi delle antiche corporazioni ecclesiastiche soppresse dal regime napoleonico e delle confraternite laiche faentine. Per la conoscenza del territorio e della proprietà fondiaria, assumono particolare importanza il fondo degli Antichi Catasti (a partire dagli Estimi Antichi del XVI secolo) e gli archivi notarili di Faenza, Brisighella, Castel Bolognese, Riolo, Casola Valsenio, Solarolo e Bagnara di Romagna.
Tra gli archivi privati si segnalano quelli delle nobili famiglie faentine Mazzolani, Laderchi, Spada, oltre al recente dono dell’archivio Zanelli-Quarantini. Il patrimonio documentario è da sempre ampiamente consultato da storici e ricercatori.
Prima del trasferimento della Sezione di Archivio di Stato di Faenza in via Zucchini (a novembre del 2022), si è registrata, in un solo anno, una frequentazione di quasi 750 utenti, oltre 5.200 pezzi movimentati e circa 250 ricerche, tra storiche e professionali.
Organizzazione, accessibilità e strumenti di ricerca
A partire da venerdì 23 maggio il Polo Archivistico Faentino e la Sezione di Archivio di Stato apriranno regolarmente ai cittadini e ai ricercatori. Gli orari sono studiati per permettere consultazioni sia al mattino che al pomeriggio, favorendo ricerche trasversali su entrambi i patrimoni.
Entrambi gli istituti dispongono di inventari ed altri strumenti utili per la ricerca dei documenti. Il Servizio Archivi e protocollo dell’Unione ha già inventariato tutti i fascicoli della serie principale dell’archivio storico comunale per tutto il periodo dal 1957 al 1985 per agevolare ulteriormente le ricerche storiche e amministrative.
Gli orari di apertura
Da lunedì 26 maggio, il Polo Archivistico Faentino e la Sezione di Archivio di Stato riapriranno al pubblico. Il martedì entrambi gli istituti saranno aperti sia al mattino che al pomeriggio, per agevolare ricerche trasversali sui rispettivi patrimoni documentari, di carattere sia storico sia amministrativo.
Gli orari di apertura nel dettaglio sono: il martedì, il Polo Archivistico Faentino e la Sezione di Archivio di Stato saranno accessibili dalle 8.30 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 17.00; il mercoledì e il giovedì sarà aperto solo il Polo Archivistico Faentino, dalle 8.30 alle 13.00; il venerdì, invece, sarà aperta la sola Sezione di Archivio di Stato, dalle 8.30 alle 13.30.
Per accedere ai servizi è consigliata la prenotazione. Per il Polo Archivistico Faentino è possibile scrivere all’indirizzo e-mail archiviofaenza@romagnafaentina.it oppure telefonare, negli orari di apertura, ai numeri 0546 691276 e 0546 691277. Per la Sezione di Archivio di Stato è possibile scrivere ad as-ra.faenza@cultura.gov.it oppure telefonare, dal lunedì al venerdì, al numero 0544 213674.
