Un libro di ricordi, un atto di riconoscenza, un percorso tra fede e umanità. È l’ultima opera di Francesco Fabbri, 88 anni, tipografo originario di Portico di Romagna e modiglianese di adozione, che ha voluto rendere omaggio a tre sacerdoti che hanno segnato profondamente la sua vita.

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Un viaggio tra aneddoti e ricordi personali

Si intitola Fiori di bontà sul mio cammino il libro recentemente pubblicato da Francesco Fabbri, per i tipi della Lito-tipografia Fabbri di Modigliana (2024).

Si tratta di un’opera che, più che avere finalità strettamente biografiche o storiche, nasce dal desiderio di dire “un grande grazie riconoscente” a tre sacerdoti che furono benefattori spirituali e umani del suo cammino.

Filtrata attraverso i ricordi personali e intrecciata a testimonianze dirette, la narrazione restituisce il valore educativo e formativo che queste tre figure hanno avuto nella vita dell’autore.

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L’autore Francesco Fabbri insieme alla moglie Gigliola. In copertina Fabbri insieme alla famiglia

Don Ernesto Leoni: il pievano di Portico che ha segnato la giovinezza di Fabbri

Il primo dei tre ritratti è dedicato a don Ernesto Leoni (Rocca San Casciano 1919 – Forlì 2008), pievano di Portico dal 1945 al 1973, parroco di riferimento nella giovinezza di Francesco Fabbri. Fu lui ad avviarlo al seminario di Modigliana, dopo le scuole elementari.

«Oltre agli studi nelle medie e nel ginnasio, don Leoni mi permise anche di togliermi la fame, perché negli anni dell’immediato dopoguerra e con mio padre emigrato in Germania in cerca di lavoro, era un problema anche mettere insieme al pane il companatico», racconta Fabbri. «Spesso, quando tornavo in vacanza, mi invitava a mangiare in casa sua. Ricordo ancora la bontà del coniglio fritto cucinato da sua sorella Tonina».

A lui Fabbri dedica anche testimonianze raccolte da compagni di seminario e parrocchiani di Portico, ricordandolo per il suo amore per la liturgia, il canto sacro e per l’essere stato sempre in mezzo alla gente.

Don Annunzio Tagliaferri e il suo ruolo nella diffusione dell’Angelus

Il secondo capitolo è dedicato a don Annunzio Tagliaferri (Marradi 1884 – Faenza 1970), padre spirituale nel seminario di Modigliana e già parroco della Badia di Sant’Andrea di Dovadola dal 1931 al 1937.

Oltre a testimonianze dirette, Fabbri ricorre ai suoi numerosi scritti spirituali, tra cui 93 “Bozzetti di Rinascita spirituale”, 48 pubblicazioni varie, poesie e il Diario di guerra redatto a Modigliana tra il gennaio 1944 e il 13 maggio 1945.

Molto interessante è il riferimento al ruolo di don Annunzio nella diffusione della preghiera dell’Angelus: secondo Fabbri, i suoi scritti – letti e richiesti da autori come Giovanni Battista Montini, Giovanni Papini, Giovanni Fuschini e Giovanni Battista Bargellini – avrebbero influenzato anche l’inizio della recita pubblica del Papa dell’Angelus domenicale, dal 1932 dalla finestra del Palazzo Apostolico.

Don Giulio Facibeni e la vocazione professionale di tipografo

Il terzo sacerdote ricordato da Fabbri è don Giulio Facibeni (Galeata 1884 – Firenze 1958), compagno di studi di don Annunzio nel seminario di Faenza e fondatore dell’Opera Madonnina del Grappa a Firenze.

Fu proprio alla Madonnina del Grappa che il giovane Francesco Fabbri imparò il mestiere di tipografo, grazie alla formazione ricevuta in quell’ambiente. Un’esperienza fondamentale che lo condusse poi a realizzare il proprio progetto professionale a Modigliana, dove oggi lavorano i suoi quattro figli e diversi dipendenti.

Un simpatico e utile zibaldone della Romagna appenninica

Il libro, composto da 164 pagine, si può definire un simpatico, molto utile e divertente zibaldone della storia della Romagna appenninica, nonché della Romagna Toscana.”

A concludere il volume, una sezione dedicata ai brevi profili biografici degli otto vescovi della diocesi di Modigliana dal 1854 al 1986: un testamento spirituale di un uomo che ha ricevuto tanto dalla Chiesa e alla Chiesa dice grazie.

Quinto Cappelli