Sabato 29 marzo nella Basilica di San Lorenzo a Firenze, l’antica cattedrale dedicata al famoso martire romano che testimoniò che “i poveri sono il tesoro della chiesa”, le suore Calasanziane hanno ricordato solennemente la loro fondatrice Celestina Donati a cento anni dalla morte con una celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo Gherardo Gambelli e alla quale ho partecipato anch’io come parroco e rappresentante del paese natale della beata Celestina Donati (Marradi, Firenze, 28 ottobre 1848 – Firenze, 18 marzo 1925). Una decina d’anni dopo la sua morte si cominciò a istruire la causa per la sua beatificazione, nel 1998 si ebbe il riconoscimento dell’eroicità delle virtù e il titolo di venerabile, fu beatificata nel 2008.

La madre generale ha ricordato come la fondatrice sia sempre viva nella congregazione e come questa sia diventata una espressione della fraternità interculturale di cui la chiesa è profezia: si sono aperte case famiglia e scuole per l’infanzia abbandonata oltre che in Italia in Brasile, Romania e in Nicaragua.
Ho trovato davvero un clima di festa e di famiglia allargata nella giornata vissuta insieme alle suore, alle ex alunne, alle bambine e ai bambini, alle educatrici e alle maestre, ai padri scolopi di cui Giuseppe Calasanzio è fondatore e riferimento per tutta la famiglia calasanziana che conta varie congregazioni maschili e femminili, accomunate dal carisma della carità educativa. La madre ha donato alla parrocchia di Marradi una reliquia della fondatrice e speriamo di poterci accogliere vicendevolmente specialmente con i bambini e i ragazzi nelle strade e nei sentieri delle nostre città e montagne, sostenendoci nella fraternità e nella carità.
Ci aiuta in questo anche il riferimento a san Lorenzo diacono martire della chiesa di Roma (e compatrono insieme agli apostoli Pietro e Paolo) cui è dedicata la parrocchia natale e quella dove la Madre Celestina ha poi operato sino alla morte.
don Mirko Santandrea, parroco di Marradi