La Parrocchia di S. Agostino, come è noto, ha ereditato la devozione portata avanti da monsignor Giuseppe Piazza, celebre cappellano onorario della Grotta di Lourdes e a lungo parroco a S. Maria dell’Angelo. Tuttavia, per quanto il ricordo “recente” si faccia risalire a questa bella figura del nostro clero, la devozione è assai più antica.

Le apparizioni della Madonna a Lourdes ebbero una grande eco a Faenza

Trovo annotato infatti che le apparizioni avvenute a Lourdes nel 1858 ebbero una eco con la devozione delle 15 visite nel 1875 a Faenza mentre Bernadette, la veggente, era ancora vivente (+1879). Ciò si deve alla grande devozione a Maria Ss.ma nella nostra città, ma soprattutto alle relazioni che la famiglia dei conti Cavina intesseva a livello religioso.

La figura di monsignor Giuseppe Cavina

Molto si deve alla figura del canonico monsignor Giuseppe Cavina, che sembrava destinato a una carriera diplomatica essendo stato alunno della Pontificia Accademia Ecclesiastica a Roma nel 1881, fucina del personale diplomatico della Santa Sede ancora oggi. Invece il nobile sacerdote tornò in famiglia e nella sua città, non rinunciando però a intessere importanti rapporti con notevoli personalità.
Proprio al canonico Giuseppe si deve la venuta a Palazzo Cavina di don Giovanni Bosco il 14 maggio 1882; in una lettera dell’8 giugno 1882 (152 degli Scritti Spirituali) lo stesso don Bosco esorta il sacerdote faentino a pregare e fare la volontà di Dio accettando anche la morte del fratello Marcello, avvenuta a soli 31 anni di età e dopo aver perso anche la moglie la lombarda Brigida Stanga Trecco nel 1875, morta nel dare alla luce il figlio Carlo. Nel 1886 si era spenta anche Vittoria dei marchesi Durazzo di Genova, che era l’anima della famiglia e madre dei citati personaggi, molto religiosa e coraggiosa davanti ai tanti lutti che avevano colpito la sua famiglia.
Fu così che nel 1890 il monsignore fece dono alla chiesa di S. Maria dell’Angelo di una statua della Madonna di Lourdes datata 1884. La prima immagine posta a Massabielle fu opera dello scultore Fabisch e risale al 1864. Direi che Faenza era all’avanguardia nella devozione! Solo nel 1922, comunque più di cento anni fa, venne realizzata una grotta nella chiesa di Santa Maria dell’Angelo per dare migliore scenografia a questa devozione. L’immagine faentina più antica è oggi esposta nella chiesa di S. Agostino dove continua a essere perpetrata la tradizione delle 15 visite e dove molte persone, con immutato affetto e confidenza, ricorrono a Maria. Certamente i tempi sono cambiati rispetto alla solennità di un tempo ma l’importante è resistere nella preghiera con Maria, Madre di Gesù.

don Mariano Faccani Pignatelli