Negli ultimi anni, la musica trap ha conquistato il panorama musicale giovanile, suscitando entusiasmo ma anche critiche e perplessità, soprattutto tra chi non è cresciuto con questo genere. Testi crudi, immagini di ribellione e un’estetica spesso provocatoria hanno reso la trap il simbolo di una generazione, ma anche un bersaglio di giudizi negativi per i testi spesso violenti e sessisti. La trap è il genere musicale più ascoltato nella fascia tra gli 11 e i 24 anni. Il giornalista Riccardo Rosa tempo fa ha scritto che il successo è dovuto al fatto che la musica piace, ha un flusso lento, intorno ai 70-80 battiti al minuto, che sono anche i battiti del nostro respiro. E poi ci sono sonorità create da sintetizzatori che ipnotizzano e che risuonano nelle cuffie wireless. Ma sono i testi delle canzoni al centro delle maggiori critiche. Abbiamo approfondito il fenomeno con Giacomo Cascone, che porta avanti diversi progetti in ambito musicale ed è fondatore del Timeless School Contest, un’iniziativa sostenuta da La Bcc che porta la musica nelle scuole superiori dell’Emilia-Romagna (a Faenza in particolare) offrendo ai ragazzi un’opportunità concreta di espressione artistica. Con lui abbiamo discusso della trap, della sua percezione e del futuro della musica giovanile.

Quando la musica viene creata in camera

giacomo cascone
Giacomo Cascone

Medium is message, scriveva McLuhan. La diffusione di massa di radio e tv, all’epoca, cambiò non solo il modo di ascoltare, ma anche di produrre e fare musica. Il mezzo cambiò il contenuto. Nacquero nuovi generi e nuovi temi nelle canzoni. Allo stesso modo oggi Youtube e social non sono strumenti neutri, ma incidono anche sul contenuto musicale stesso. Se una volta l’unico modo per entrare nel mercato musicale era imparare a suonare uno strumento e andare in studio a registrare con il sostegno di un’etichetta, oggi, dopo la rivoluzione digitale, tutto questo può essere in parte bypassato. «Di fatto ora chiunque può produrre musica in casa con una qualità accettabile – spiega Cascone -. Questo ha portato a una saturazione del mercato: i numeri sono impressionanti. Ogni giorno escono circa 100mila brani su Spotify. Per questo gli artisti devono distinguersi non solo con la musica, ma anche con una forte identità artistica e strategie di comunicazione efficaci».

Nel Timeless School Contest, questa tematica è stata affrontata con esperti del settore, come Marco Ragusa, A&R discografico, che ha spiegato cosa cercano oggi le etichette: «Spontaneità e autenticità. Un artista deve aver riflettuto sulla propria identità, non solo a livello di genere musicale, ma anche di branding, storytelling e presenza sui social. Oggi la capacità di attrarre l’attenzione dell’utente mentre scorre i video sul proprio smartphone è fondamentale». L’arte si fonde così con la comunicazione: «L’artista non è più solo musicista, ma anche un po’ social media manager. La differenza si fa con una risposta organica del pubblico, come avviene su TikTok, dove l’interazione degli utenti può trasformare un brano in un successo virale. Ma questa dinamica è un’arma a doppio taglio: molti artisti finiscono per ‘ammalarsi’ dei social, vivendo un’ansia da prestazione che rischia di minare la creatività e il piacere di fare musica».

Non solo trap: si ricopre il rock

Se la trap domina il mercato, non mancano nuove, o per meglio dire, vecchie tendenze. «Nelle scuole vedo un’ondata incredibile di rock band – spiega Cascone -. Non significa che sia un trend di mercato, ma c’è una generazione che sta riscoprendo la dimensione del suonare insieme, forse grazie anche all’effetto Måneskin o ad artisti come Post Malone, che ha saputo evolversi dalla trap melodica al country». Questa evoluzione richiede una maggiore consapevolezza da parte degli artisti: «Un tempo le etichette musicali costruivano i talenti e li promuovevano su radio e tv, oggi il percorso è inverso: è l’artista a dover costruire una fanbase sui social per poi essere notato dalle etichette. Queste non hanno particolari problemi a investire: su dieci artisti sanno che se anche solo due hanno successo verranno ripagati tutti gli sforzi fatti».

“Sulla trap ci vorrebbe più consapevolezza della sua storia. E manca spesso un’originalità italiana”

image001

La trap è spesso criticata per i suoi testi, considerati superficiali o controversi, ma Cascone offre una prospettiva più ampia: «In Italia la trap è arrivata con vent’anni di ritardo rispetto ad altri Paesi. Il filone gangsta ha avuto successo perché si vende bene, ma c’è un appiattimento culturale. L’hip-hop è nato negli anni ’70 in Usa come forma di aggregazione, mentre oggi in Italia manca spesso nei giovani una vera cultura musicale dietro il genere che si ascolta. Il rischio di vivere la musica in maniera superficiale e senza originalità, in primis come fruitori».

Secondo Cascone, il pubblico della trap attecchisce di più in certi contesti: «Per alcuni ragazzi, soprattutto di contesti svantaggiati, la trap può effettivamente essere una forma di protesta e di riconoscimento sociale, penso per esempio agli italiani immigrati di seconda generazione». Un altro luogo comune da sfatare è l’uso dell’autotune: «Per chi non è del settore è visto come un trucco per chi non sa cantare, ma in realtà in questo genere è un effetto sonoro, come il delay sulla chitarra. La trap americana è ricca di melodie, metriche e flow studiati, mentre in Italia si tende a copiare senza approfondire, come dicevo prima. In questo, la lingua italiana, a livello metrico, non aiuta. Per questo viene molto utilizzato oggi come espressione artistica il dialetto, penso a quello napoletano, che può offrire molte più soluzioni in chiave metrica per questo tipo di generi».

Con il Timeless School Contest, Cascone punta a creare il primo contest musicale nazionale per le scuole superiori. «Vogliamo dare spazio a chi ha qualcosa da dire. La musica ha una valenza sociale e culturale, e il nostro obiettivo è riportarla al centro, aiutando i ragazzi a trovare una propria voce autentica, proprio per far sì che non si resti schiavi delle mode». La sfida è aperta: in un mondo in cui la musica è accessibile a tutti, la differenza la farà chi saprà trasformare la propria creatività in un messaggio originale e significativo. Senza essere copia incolla di qualcun altro o dipendenti dal numero di visualizzazioni sui social.

Samuele Marchi