Nel 2021, in piena emergenza Covid, il Governo Draghi aveva introdotto una norma che mirava a favorire i giovani nell’acquisto della loro prima casa. Con l’art. 64 del Decreto Sostegni Bis (D.L. 73/2021), convertito nella Legge 106/2021, si stabiliva che i giovani under 36 con un Isee inferiore a 40mila euro annui potessero beneficiare dell’esenzione dall’imposta di registro, ipotecaria e catastale per l’acquisto di un’abitazione principale (escluse le categorie di lusso A1, A8 e A9).

L’intento della norma era chiaro: aiutare le nuove generazioni, spesso penalizzate da condizioni economiche precarie, a diventare proprietari di casa, sostenendo al tempo stesso il mercato immobiliare in un momento difficile. Tuttavia, a pochi mesi dalla sua introduzione, una circolare dell’Agenzia delle Entrate ha ristretto l’effettiva applicabilità di questo beneficio, suscitando non poche polemiche tra gli operatori del settore e i giovani acquirenti.

La stretta interpretativa dell’Agenzia delle entrate

Con la Circolare 12/E del 14 ottobre 2021, l’Agenzia delle Entrate ha stabilito che il requisito Isee dovesse risultare valido alla data di stipula del rogito. In altre parole, un giovane acquirente che non avesse richiesto l’Isee in tempo utile prima dell’atto notarile si sarebbe visto negare le agevolazioni, anche se in possesso di tutti i requisiti economici previsti dalla legge. Il problema principale sollevato dal notaio faentino Paolo Castellari sta proprio in questa interpretazione, che non trova un chiaro riscontro nel testo normativo. Infatti, la circolare è un atto di natura amministrativa inidoneo a introdurre nuovi requisiti formali al di là della previsione di legge.

Una questione di giustizia sociale

paolo castellari
Il notaio Paolo Castellari

Secondo il notaio Castellari, questa limitazione contraddice lo spirito stesso della legge, che mirava ad aiutare i giovani meno abbienti a superare le difficoltà economiche legate all’acquisto della prima casa. Penalizzare chi, magari per disinformazione o ritardi burocratici, non ha richiesto in tempo il proprio Isee appare come una distorsione del principio di giustizia sociale che aveva ispirato la norma. Secondo Castellari, questa interpretazione appare inoltre lesiva del principio di tutela del legittimo affidamento del contribuente.

Il rischio di una distanza tra cittadini e istituzioni

Oltre alle implicazioni giuridiche, il notaio sottolinea un aspetto più ampio: l’inasprimento burocratico crea un senso di sfiducia nei confronti delle istituzioni. In tal senso, richiama un recente intervento dell’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, che nel suo messaggio alla città di dicembre 2024 ha evidenziato come “la gente sia stanca della burocrazia, dell’ossessione dei controlli che tratta ogni cittadino come un soggetto da vigilare, piuttosto che come una persona da coinvolgere nella responsabilità per il bene comune”.

Questa disaffezione alla partecipazione civile, secondo Castellari, rischia di allontanare sempre più le persone dalla vita democratica, un tema su cui ha posto l’attenzione anche il vescovo monsignor Mario Toso, sottolineando come la burocrazia eccessiva impedisca il raggiungimento di quella “democrazia ad alta intensità” auspicata da papa Francesco e dal Presidente Mattarella.

Un appello alla politica

Alla luce di queste criticità, il notaio Castellari lancia un appello alla politica e alle istituzioni affinché si intervenga per correggere questa stortura normativa. La proposta è semplice: permettere ai giovani acquirenti di dimostrare ex post il possesso dei requisiti richiesti, senza essere penalizzati per un mero cavillo burocratico. La questione delle agevolazioni casa under 36, da opportunità per le nuove generazioni, rischia così di trasformarsi in un ostacolo ingiusto. Un tema che merita attenzione e interventi concreti per evitare che la burocrazia freni il diritto dei giovani a un futuro più stabile.