Il Papa ha nominato prefetto del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica suor Simona Brambilla, finora segretario della stessa istituzione curiale. Ne dà notizia la Sala Stampa della Santa Sede.

Il Santo Padre ha nominato inoltre pro-prefetto del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica il cardinal Ángel Fernández Artime, già Rettore Maggiore della Società Salesiana di S. Giovanni Bosco.

Suor Brambilla è la prima donna ad essere nominata prefetto di un Dicastero della Santa Sede.

Chi è suor Simona Brambilla

Suor Brambilla compirà 60 anni il prossimo 27 marzo. E’ stata superiora generale in Italia delle Missionarie della Consolata. Era la seconda donna a ricoprire questo incarico nella Curia romana dopo la nomina nel 2021 di suor Alessandra Smerilli al Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale.

Nata a Monza il 27 marzo 1965. Ha conseguito il diploma di infermiera nel e ha lavorato presso l’ospedale di Merate. È entrata nell’Istituto delle Suore missionarie della Consolata nel 1988 ed ha emesso la prima professione religiosa nel 1991.

Ha conseguito la licenza in psicologia presso l’istituto di psicologia della Pontificia Università Gregoriana nel 1998. Dal 1999, dopo aver emesso la professione perpetua, è stata responsabile della pastorale giovanile presso il centro studi Macua Xirima a Maua, Mozambico.

Ha insegnato dal 2002 al 2006 presso l’istituto gregoriano di psicologia, conseguendo il dottorato in psicologia nel 2008, con una tesi sull’evangelizzazione e l’inculturazione in Mozambico.

Prima consigliera generale, quindi superiora generale del ramo femminile delle Missionarie della Consolata dal 2011 al 2023.

”La Chiesa ha bisogno di riscoprire il suo volto femminile”

In una recente intervista ad Avvenire, riguardo alla presenza delle donne in ruoli apicali della Curia Romana ha dichiarato: “Credo che questa scelta del Santo Padre trovi la sua collocazione all’interno di un cammino ecclesiale sempre più sinodale, aperto, inclusivo, dialogico, evangelico.

Gli interventi di papa Francesco sulla donna sono davvero tanti. Mi ha colpito in particolare la parola del Pontefice nell’omelia del primo gennaio 2024, solennità di Maria Santissima Madre di Dio e Giornata mondiale della pace: “Di Maria la Chiesa ha bisogno per riscoprire il proprio volto femminile: per assomigliare maggiormente a lei che, donna, Vergine e Madre, ne rappresenta il modello e la figura perfetta; per fare spazio alle donne ed essere generativa attraverso una pastorale fatta di cura e di sollecitudine, di pazienza e di coraggio materno.

Ma anche il mondo ha bisogno di guardare alle madri e alle donne per trovare la pace, per uscire dalle spirali della violenza e dell’odio, e tornare ad avere sguardi umani e cuori che vedono.

E ogni società ha bisogno di accogliere il dono della donna, di ogni donna: di rispettarla, custodirla, valorizzarla, sapendo che chi ferisce una sola donna profana Dio, nato da donna”. 

Credo davvero che la pace, per germinare, crescere e maturare nel cuore di ogni persona, fra noi, fra i popoli, nel mondo, nel creato, abbia bisogno della fertilità di un terreno primordiale: il rapporto sano, buono, fiducioso, rispettoso, riverente, tenero e vitale tra uomo e donna. Un po’ come doveva essere all’inizio del tempo, in quel giardino nel quale Dio amava passeggiare alla brezza del giorno, cercando l’uomo e la donna, sua immagine benedetta”.