Un clima di gioiosa familiarità ha caratterizzato la benedizione degli animali che si è svolta questo pomeriggio in Piazza del Popolo a Faenza, in occasione di Sant’Antonio Abate, protettore degli animali. Oltre 100 animali, accompagnati da circa 200 persone, hanno ricevuto la benedizione impartita da monsignor Mario Toso, Vescovo di Faenza-Modigliana. L’evento, che ha visto la partecipazione di una grande varietà di animali, ha avuto come protagonisti soprattutto cani, ma anche un gatto, una cavia e persino un tacchino, suscitando la curiosità e il sorriso di tutti i presenti.


Per la prima volta il Sar team Faenza unità cinofile di soccorso ha portato questa tradizione nel cuore di Faenza assieme al vescovo.
All’iniziativa era presente anche il Rifugio del Cane e prima della benedizione, alcuni istruttori del SAR Team Faenza Unità Cinofile da Soccorso, organizzatori dell’evento patrocinato dal Comune di Faenza, hanno offerto una dimostrazione delle straordinarie capacità dei cani da loro addestrati.
L’evento è stato patrocinato dal Comune. Tra i partecipanti si sono distinti il vicario del vescovo, don Michele Morandi, l’assessore alla
Protezione Civile Massimo Bosi e Jlenia Bendoni della Protezione Civile dell’Unione Faentina.
Il momento ha sottolineato l’impegno della comunità verso il benessere degli animali e l’importanza di sensibilizzare su questi temi. L’iniziativa ha regalato a tutti un pomeriggio di grande convivialità e divertimento, unendo persone di ogni età nel comune amore per i propri animali. La tradizione della benedizione, nata in epoca rurale, si è arricchita di un significato contemporaneo, celebrando gli animali da compagnia come parte integrante delle famiglie. Un evento riuscito e coinvolgente, che ha dimostrato come il legame tra uomo e animale possa trasformarsi in un’occasione di festa e condivisione per l’intera comunità.


La tradizione della benedizione degli animali, si celebra il 17 gennaio in occasione di Sant’Antonio abate, protettore degli animali. Questa pratica è strettamente legata al mondo rurale, quando nelle parrocchie di campagna, nelle pievi e negli esarcati si benedicevano gli animali da reddito come auspicio di buona produttività. Con il passare dei decenni, la benedizione si è estesa anche agli animali da compagnia, riflettendo l’evoluzione del rapporto tra l’uomo e gli animali.
Le parole del vescovo
Di seguito l’intervento del vescovo monsignor Mario Toso
Cari amici, ringrazio la Protezione civile, le unità cinofile da soccorso, SarTTeam Faenza, per l’invito a benedire gli animali. L’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, per la festa di Sant’Ambrogio, nel messaggio alla città ha detto che: «La terra non è stanca degli animali che sono di compagnia per chi è solo, rendono servizi preziosi, nutrono e allietano la vita. Gli animali fanno giocare i bambini, sorridere gli anziani e offrono aiuto nella riabilitazione di chi ne ha bisogno. La terra è stanca degli animali che invadono in modo sproporzionato le case, gli affetti, le risorse, il tempo della gente e sembra talora che prendano il posto dei bambini. È stanca di quel modo di sfruttare gli animali che manca di pietà e di buon senso» (Mario Delpini, 6 dicembre 2024).
Queste meravigliose creature di Dio sono un aiuto per chi è in difficoltà, per chi è diversamente abile, sono una compagnia per chi è solo, anche se non possono, certo, sostituire le relazioni umane. Assieme agli uomini e alle forze dell’ordine cooperano al bene della società, prestano il loro servizio nel ricercare le persone disperse o coinvolte in affari illeciti.
Grati per la fede di chi ci ha preceduto, quella fede semplice e schietta delle nostre campagne, riconosciamo anche noi che tutto ha il proprio centro e il proprio senso solo in Dio. Sant’Antonio abate, il santo invocato per la protezione degli animali, ci aiuti a riconoscere in tutta la creazione, il segno e la presenza del Signore. Con gli occhi della fede semplice di Sant’Antonio abate e anche di San Biagio vescovo e martire, che era nutrito dagli animali e li guariva mentre era rifugiato in una caverna per fuggire i suoi persecutori, riconosciamo nel creato e negli animali un dono del Signore, un segno del suo amore per noi.
Mario Toso, vescovo