È in scadenza in questi giorni il pagamento della Tari, la tassa sui rifiuti che tanto ha fatto discutere in città nell’ultimo mese. L’aumento a Faenza è stato consistente, 7,4% in più rispetto allo scorso anno. Colpa dell’inflazione, ma anche dei conguagli dei crediti vantati da Hera negli anni passati, dovuti principalmente alla gestione delle ramaglie. Proprio i conguagli sono stati la principale voce che ha portato all’aumento delle bollette. Ne abbiamo parlato con Luca Ortolani, assessore all’Urbanistica, Ambiente e Mobilità del comune di Faenza .
La nostra intervista a Luca Ortolani, assessore all’Urbanistica, Ambiente e Mobilità
Assessore Ortolani, i cittadini sono rimasti male, non ci si poteva organizzare meglio?
Uno si può organizzare come vuole, ma l’aumento dei costi non cambia. Una modifica dei regolamenti Arera (l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente n.d.r.) ha fatto sì che ci fosse un costo da conguagliare per la frazione del verde che, come si sa, non viene venduto, ma va gestito. Nel nostro territorio ne abbiamo una grande quantità, ed è ovvio che le ramaglie siano tante. Questo ha comportato un aumento del 5 per cento, spalmato su tre anni. Poi c’è stata la crisi del gas, che ha fatto schizzare in alto i prezzi. C’è poco da organizzarsi, nel 2024 conguagliamo il 2022, l’unica cosa che si può fare è diluire il debito, ma sono cifre previste dalla normativa che vanno pagate.
Perché la terza bolletta è più alta?
Le prime due vengono calcolate in base all’anno precedente, mentre nel conguaglio finale si applicano le tariffe dell’anno in corso. Comprendo che a dicembre il conto sia salato, specie in un periodo dove le spese sono tante, ma dobbiamo attenerci alle disposizioni, che sono nazionali e non dipendono da noi. Vorrei precisare una cosa.
Dica.
L’aumento in bolletta non è dovuto alla raccolta porta a porta, come alcuni sostengono. La base di gara prevedeva un costo del servizio invariato rispetto agli anni precedenti.
Chi ha subito l’alluvione lamenta di non essere stato esentato dal pagamento della Tari. È prevista solo una rateizzazione per chi è in difficoltà, previa richiesta, ma non sconti. Perché?
Non è vero. I cittadini che avevano subito l’alluvione nel 2023 hanno visto le bollette azzerarsi per sei mesi, da maggio a ottobre, mentre per le aziende era previsto rimborso dal 60 al 200 per cento della Tari, per un contributo totale di circa 87.500 euro.
E per il 2024?
Al momento le normative nazionali non hanno previsto nessun tipo di ristoro. Anche l’anno scorso ci sono voluti mesi prima che Governo e Arera ragionassero per la costruzione del fondo. Mentre stiamo ancora aspettando questa delibera nazionale, abbiamo già erogato un contributo straordinario di 10mila euro con soldi nostri. Il comune ha destinato in tutto un milione e 600 mila euro per alimentare il fondo di solidarietà dei cittadini alluvionati. Abbiamo fatto uno sforzo incredibile senza vedere un euro dallo Stato.
Nell’ultimo anno sono diminuiti gli evasori. Il passaggio alla differenziata ha portato alla luce una serie di utenti che prima non pagava la Tari. Questo ha significato bollette più basse?
Certo, aumentando la base su cui viene calcolata la tariffa, abbiamo risparmiato due punti percentuali. L’aumento previsto era infatti del 9,6% e, grazie al recupero evasione e alle nuove utenze accertate, siamo riusciti a ridurre l’aumento al 7%. C’è da dire anche un’altra cosa.
Prego.
Ravenna è una delle province con i costi più bassi in Italia e Faenza non è tra le città più care. In provincia il record spetta a Russi, con un + 9,8%, seguita a ruota da Cervia (+9,6%), e Cotignola (+9,36%) per fare un esempio. Veniamo da una storia di servizio poco oneroso, forse è anche per questo che gli aumenti si sentono così tanto.
Dall’anno prossimo, gli utenti che conferiranno meno rifiuti verranno premiati, grazie alla cosiddetta ‘tariffa puntuale’. Se i costi esterni come l’inflazione continueranno a salire, difficilmente le bollette saranno più basse, giusto?
Purtroppo è corretto. Registriamo costi in aumento per tutti i servizi pubblici, difficile immaginare una riduzione della tariffa privata ai cittadini. Però è anche vero che pagherà tariffe più alte chi conferirà più indifferenziata. Oggi il criterio è basato solo sui metri quadri dell’abitazione e sul nucleo familiare, senza premi o incentivi. Va detto che molti cittadini sono soddisfatti di fare uno sforzo e vedere un risultato.
In Borgo tra i lavori per le fognature e i bidoncini dell’umido a ridosso delle abitazioni, i residenti lamentano la presenza di topi e ratti. Rischiamo una bomba batteriologica?
Ma no. Non voglio sminuire il problema, le colonie di topi non sono sempre semplici da monitorare. Non credo siano i bidoncini dell’umido ad attirarli. Come spiegano gli esperti, sono i grossi cantieri o i lavori alle vie d’acqua che spingono le colonie a spostarsi. Quando riceviamo segnalazioni, ci muoviamo con le derattizzazioni se si tratta di un’area pubblica, oppure sollecitiamo i cittadini ad occuparsene nel caso di un’area privata. Devo dire però che non abbiamo ricevuto segnalazioni ufficiali di questo tipo.
Barbara Fichera