Un incontro di riflessione e confronto ha dato il via alla visita pastorale del vescovo della Diocesi monsignor Mario Toso all’unità pastorale di Modigliana, Tredozio e Lutirano. La segretaria del Consiglio pastorale di Modigliana, Giuse Fabbri, ha offerto una riflessione sulla situazione della parrocchia. Dopo la pandemia, molte relazioni comunitarie si sono trasformate, diventando più individualistiche. La presenza degli anziani, in calo, si contrappone a un’assenza dei giovani. Tuttavia, gli scout rimangono una risorsa stabile per le famiglie, che vedono in loro un punto di riferimento sia per i percorsi di catechesi sia per la crescita spirituale dei ragazzi. Fabbri ha sottolineato come, malgrado gli sforzi, la mancanza di risorse umane e il calo delle vocazioni rendano difficile mantenere coesa e attiva la comunità. Il diacono Gianluca Massari ha descritto la realtà di Lutirano, nella Valle Acerreta, un territorio che storicamente includeva anche Badia della Valle e Gamogna. Con un drastico calo demografico dopo la Seconda guerra mondiale, rimangono oggi solo un centinaio di famiglie, formate in prevalenza da agricoltori. «La parrocchia di Lutirano – ha spiegato Massari – è vitale, anche se priva di chiesa agibile a causa del terremoto di settembre 2023. Da allora, le celebrazioni avvengono in un piccolo locale». Anche la comunità di Tredozio ha risentito pesantemente delle recenti calamità. Le frane e il terremoto hanno danneggiato gravemente molte strutture, tra cui la Casa di riposo per la cui riapertura sono necessari interventi significativi. Nel suo intervento, il vescovo ha lodato l’impegno delle comunità nonostante le difficoltà incontrate negli ultimi anni. «La pandemia, le alluvioni e il terremoto – ha dichiarato – hanno messo a dura prova l’unità pastorale. Tuttavia, è necessario ‘mettere una marcia in più’, non rimanere immobili di fronte alle sfide». Ha poi invitato le parrocchie a rispondere con una fede viva e condivisa, a non rinunciare alla speranza e a rafforzare l’impegno sulla testimonianza cristiana. Il vescovo ha ricordato che l’unità pastorale deve affrontare l’emergenza vocazionale e l’importanza di accompagnare i giovani, risvegliando in loro l’interesse per la fede. In chiusura, ha sottolineato la necessità di una maggiore corresponsabilità tra sacerdoti e laici. «Non si può pretendere che il parroco si occupi di tutto – ha concluso -. I laici sono chiamati a ricoprire ministeri di supporto alla vita della parrocchia. Bisogna intensificare anche la formazione dei genitori». Ha infine posto l’accento sull’integrazione culturale e sulla convivenza, richiamando il dovere di tutelare la democrazia e il bene comune.

Roberta Tomba