La bellezza in un luogo di cura, che non risolve, ma alleggerisce. E così al polo endoscopico sono comparsi fili d’oro, il mare e le meduse fanno da sfondo agli ambulatori del centro disturbi cognitivi, mentre cinque ballerine fanno capolino nel corridoio della sala parto. Rientrano nel progetto quinquennale L’arte che regala benessere, voluto dalla direzione medica del presidio ospedaliero faentino in collaborazione con studenti e insegnanti del liceo artistico Torricelli Ballardini. “L’idea è nata cinque anni fa – spiega il dottor Davide Tellarini, direttore del Presidio ospedaliero faentino – per rendere più accoglienti le sale d’attesa del nostro ospedale. In questi luoghi le persone tendono a concentrarsi sulla propria malattia e se il luogo è freddo e impersonale l’ansia aumenta. Riteniamo che la bellezza dell’arte possa influire positivamente sul benessere psicologico dei pazienti e persino sul loro recupero fisico”. L’iniziativa ha preso il via in tempi di Covid con cinque ambienti realizzati ad oggi e altri che verranno ridisegnati nei prossimi anni. “Questo decorso decorativo è ricco di contenuti che si inseriscono perfettamente nei muri della città – ha aggiunto il sindaco Massimo Isola – basta guardare l’ingresso del nostro ospedale con la galleria dei benefattori, una meraviglia unica per una città così piccola come Faenza. Oggi l’ospedale viene contaminato con il linguaggio del nostro tempo grazie ad un Istituto nato a inizio ‘900 già con le porte aperte”.

Vince il progetto di squadra e la capacità di lavorare in team

Per dipingere le pareti delle sale d’attesa i ragazzi hanno lavorato per due anni a stretto contatto con i pazienti che frequentavano quei luoghi, ascoltandone esigenze e stati d’animo e accogliendo persino suggerimenti pratici. “Gli studenti si sono trovati a mani nude a dipingere con il solo vasetto di colore – spiegano le docenti responsabili del progetto Laura Dalmonte e Sonia Marchiani – in mezzo alle persone di passaggio o in sala d’attesa. Un lavoro di squadra, dove a vincere è la capacità di operare in team piuttosto che come singoli”.

Le meduse nelle sale d’attesa degli ambulatori del Centro disturbi cognitivi

Appena si entra negli ambulatori del Centro per i disturbi cognitivi e le demenze, che sono gli stessi della terapia intensiva, ci si sente in effetti sollevati. Le pareti azzurre con le meduse che fluttuano a mezz’aria donano infatti una sensazione di pace e leggerezza. Ideatore del progetto è Daniel Dalmonte, che ricorda “Abbiamo sempre lavorato a strettissimo contatto con le persone che frequentano la sala d’attesa. Alcuni addirittura ci tenevano a darci feedback e suggerimenti per migliorare il lavoro”

La sala d’attesa del Polo endoscopico

ospedale9 1
Linda Fiorentini è la quarta da destra

Anche chi deve fare una gastroscopia non è proprio rilassato in una sala d’attesa che è anche un angusta. E così, a indicare che tutto passa e che la mente non ha confini c’è l’azzurro del cielo a cui fanno da contrasto tanti fili d’oro. “Ho voluto dare respiro a quell’ambiente – precisa Linda Fiorentini, ideatrice del progetto -. Ho cercato di immedesimarmi in un paziente che vive un momento difficile e ho voluto mostrare che la mente è libera di viaggiare oltre i confini di uno spazio racchiuso tra quattro mura. L’obiettivo è quello di essere più leggeri e affrontare l’esame o la malattia con semplicità”.

Le ballerine al Blocco parto

Anche il corridoio del Blocco parto, teatro delle gioie e delle ansie della maternità ha cambiato volto. Il progetto, tutto al femminile vede protagoniste cinque ballerine “che incarnano altrettante caratteristiche femminili – precisa Elsa Kakia ideatrice del progetto grafico – come ad esempio, l’eleganza o la raffinatezza, ma anche la leggerezza in un momento tutt’altro che facile. Ho pensato ad un ambiente che possa essere il più possibile sereno per mamme, bambini e le loro famiglie”.

Barbara Fichera