È un silenzio pesante quello che si respira percorrendo via Ponte romano. Non c’è il via vai di volontari e carriole lungo la strada. Lo scorrere senza sosta dell’acqua dei giorni scorsi, qui, lascia ora spazio al vento che batte su abitazioni e garage abbandonati. Un silenzio che è fatto anche delle paure delle persone, ancora attonite di fronte a quanto accaduto di nuovo. «Ero tornato a vivere qua a novembre, rifacendo tutto l’appartamento dalla a alla z. Se potessi lo venderei, ma ora non lo compra nessuno». A parlare è Leonardo, uno dei residenti di via Ponte romano, mentre ricorda l’ennesima notte vissuta con la paura. «Io e il mio compagno siamo rientrati qui a Pasqua – aggiunge Giada, 26 anni, nel cui giardino ci sono ancora le idrovore abbandonate dai tecnici – nel pomeriggio del 18 settembre siamo scappati via, portando con noi tutti gli arredi, ricomprati di seconda mano dalla prima alluvione, sul furgone di un amico che è venuto a darci una mano. Ora abbiamo la fortuna di poter stare ospiti da mia suocera, ma non sappiamo quando torneremo. C’è troppa paura, dato che ci avviciniamo all’inverno e a un periodo di piogge più intense. Siamo disorientati».

Preoccupano lo stato dell’argine e la fogna romana

A preoccupare non sono solo gli interventi di sicurezza, ma anche lo stato dell’argine, ripristinato già una volta, e della fogna romana, che in certi punti sembrano severamente danneggiati, come testimoniano affossamenti nel terreno. A raccogliere le istanze dei residenti è il comitato di via Ponte romano, di cui è portavoce Mia Arena. «In questi primi giorni dopo l’alluvione non si è visto praticamente nessuno ad aiutarci – commenta – specie da parte del Comune o di Hera. E con quest’ultima è molto difficile parlare, perché noi comitati possiamo interloquire con Hera solo passando dall’Amministrazione. In questo senso, tra tutti gli enti, si crea un grande rimpallo di responsabilità che va a nostro discapito. Nel frattempo le soluzioni ai nostri bisogni non arrivano». Da qui la necessità di realizzare un esposto in cui mettere nero su bianco tutte le criticità degli ultimi mesi.

Condominio Acer: “Ci sentiamo abbandonati”

Come l’acqua che dai tombini defluiva quella notte verso le aree più basse del quartiere, percorriamo tutti i numeri di via Ponte Romano, dall’8 al 12 e avanti. «Questa volta siamo andati bene perché a un certo punto l’acqua si è fermata – dice un’altra residente – ma sono comunque terrorizzata. Avevo in corso i lavori di ristrutturazione dopo la prima alluvione, ma ora ho deciso di posticipare l’installazione delle porte a primavera: ora non me la sento». Arriviamo infine al condominio Acer, dove l’appello dei residenti è netto: «Ci sentiamo abbandonati a noi stessi». Il condominio è tra le zone più basse del quartiere, e quindi tra quelli che hanno risentito di più degli allagamenti. Davanti alle otto famiglie che abitano qui c’è l’ennesima alluvione da affrontare, in un’area della città con meno riflettori rispetto alle vie più colpite del Borgo. Anche qui guardare al futuro è difficile: i segni delle alluvioni di maggio erano ancora presenti, con 2.500 mq di garage alluvionati, l’umidità che emanano le pareti e la cabina Enel anch’essa andata fuori uso. «Da maggio 2023 in questo condominio non va l’ascensore – raccontano Glauco e altri residenti – e ci è già stato detto che non verrà ripristinato. Questo per noi è un grave danno, ci sono famiglie che hanno persone inferme per le quali questo servizio è essenziale». Per otto mesi i residenti sono stati senza caldaia, e anche per questo hanno deciso di non pagare più le utenze. Il Comune ha cercato di venire incontro ai residenti alluvionati proponendo abitazioni alternative, ma non sono state ritenute adeguate «l’alternativa è peggiore che abitare qui» commentano, e di fatto restano bloccati in questo limbo. «Al momento poi non risultiamo essere in diritto dei 10mila euro proposti dall’Amministrazione nei giorni scorsi con fondi propri – concludono – eppure anche noi siamo stati alluvionati tre volte. Non ci deve essere distinzione tra cittadini di serie a e b». Oltre al danno la beffa: senza i garage a disposizione, sembra poi che i parcheggi dell’area diventeranno presto a pagamento. «Anche in questo caso non è facile dialogare sia con Acer sia con il Comune riguardo queste abitazioni – conclude Arena -, ma anche qui delle soluzioni devono essere trovate».

Samuele Marchi