Un gesto dettato dalla disperazione, dalla difficoltà nel continuare a vedere la sofferenza della moglie, da tempo malata di Alzheimer. Sarebbe questa la motivazione che ha portato ieri, attorno all’ora di pranzo, Enzo Giardi, 78 anni, pensionato ed ex dipendente di banca, a porre fine alla vita di sua moglie Piera Ebe Bertini, 77 anni. Il dramma si è consumato in una villetta di via Lolli, strada a ridosso del Borgo San Rocco. Secondo quanto riportano i quotidiani Corriere di Romagna e Il Resto del Carlino, l’uomo ha immerso la donna nella vasca da bagno infilandole la testa sott’acqua fino a soffocarla. Poi ha chiamato il 118. Quando sono arrivati, i Carabinieri hanno trovato di fronte a loro un uomo calmo, quasi rassegnato, molto collaborativo. Proprio oggi avrebbe dovuto trasferire la donna in una struttura ad hoc e questo, per un uomo che si era preso cura ogni giorno della consorte, è stata una prospettiva destabilizzante.

Il gesto di Ezio Giardi è stato condannato dall’assessore Federica Moschini che, nel suo profilo Facebook, dopo aver espresso le proprie condoglianze alla famiglia della vittima, si lascia andare a uno sfogo: “Faccio questa considerazione: come si può scrivere: ‘Non si conoscono ancora i motivi del gesto. Non si esclude possano essere legati alle condizioni di salute della donna, da tempo malata’. Come se i motivi di salute o l’età della vittima potessero giustificare un gesto simile, un femminicidio. E sono anche stanca di leggere notizie riportate in questo modo, dove la vita, soprattutto quella di una donna anziana e magari malata, sembra valga meno di quella di un uomo stanco, poverino, di doverla assistere per anni, che deve essere giustificato e compreso. Queste donne sono vittime due volte: sono state uccise “perché non soffrissero più” Una modalità paternalistica di vedere i fatti e di raccontarli che assolve l’uccisore. Nessuna di queste donne ha chiesto di morire, nessuna ha lasciato un biglietto di addio! E queste uccisioni finiscono per essere trattate con compassione“.