«La Visita pastorale è una grande occasione per le comunità della nostra Diocesi. Non tanto perché in essa siamo chiamati a pensare o ad inventare nuove iniziative pastorali, bensì per rafforzare la qualità evangelizzatrice e, per conseguenza, per alimentare il fuoco d’amore per Cristo». Con queste parole, lunedì scorso, il vescovo monsignor Mario Toso ha iniziato il suo discorso a Marradi in occasione dell’apertura della visita pastorale. «Il vescovo viene, pertanto – ha proseguito – a incontrare le comunità, le famiglie, gli organismi di partecipazione ecclesiale, le associazioni e le aggregazioni non tanto per puntare il dito sui limiti dell’azione pastorale o per trovare fragilità, bensì per incoraggiare, per suscitare nei discepoli la nostalgia della misericordia di Dio, dell’essere vera famiglia di Dio, tra i cambiamenti e le vicende, positive o negative della vita».
“E’ la relazione con Cristo che dà senso alle attività parrocchiali”
In sostanza «vuole far risuonare la buona notizia del Vangelo – precisa – e, con ciò stesso, confermare nella fede i passi – certo, a volte faticosi e pieni di dubbi – che sono intrapresi per metterci sempre più alla sequela di Cristo. Egli è il Maestro, l’unica e grande Guida della Chiesa: nell’annuncio, nella celebrazione e nella carità». Il centro pulsante e vivificante di ogni comunità parrocchiale, di ogni Unità pastorale è Cristo. «È la relazione continua con Lui – sottolinea il vescovo – che dà senso e configura le attività parrocchiali, non viceversa. La parrocchia è una sfida perché non ha niente di eterno pur essendo ricettacolo di questo: essa ha un territorio definito, dei luoghi particolari, degli edifici che nei secoli sono stati e sono “casa di preghiera”; essa vive della presenza reale di Cristo e della partecipazione e del dono personale, generoso, di tante persone. Essa rende visibile “qui” e “oggi” – tra secolarizzazione crescente, alluvioni, terremoti, spopolamenti, culture fluide o artificiali – che il Signore non è un Dio lontano, un Dio che serve solo quando ci fa comodo, che non ha niente da dire alla nostra vita. La vostra fede, ma anche i vostri dubbi e difficoltà, le iniziative e la carità operosa sono la testimonianza vivente che incontrare il Signore cambia la vita, le relazioni. È fonte di inquietudine permanente perché innesta e rafforza nel nostro spirito la sete dell’Infinito. Dobbiamo essere fedeli a queste radici, fedeli alla storia di coloro che ci hanno preceduto in mezzo a queste bellissime colline».
“Siate corresponsabili, non collaboratori”
Tra i temi sottolineati dal presule, c’è quello della corresponsabilità. «Come ho avuto modo di dire alla comunità di Sant’Agata sul Santerno – ricorda -: dobbiamo pensare di vivere insieme non solo come collaboratori, bensì come corresponsabili, uniti in una stessa comunione e missione. I collaboratori offrono alla comunità un aiuto specifico e momentaneo, non continuativo. Rispondono a un’esigenza particolare: non si sentono parte integrante della famiglia. La corresponsabilità nasce, invece, dal percepirsi parte di un’unica famiglia, dal formare un tutto in cui ognuno è responsabile dell’altro».
I gruppi ministeriali sono la proposta concreta perché i laici sentano l’urgenza di una formazione alla fede e al servizio della Chiesa nella propria parrocchia. «La centralità dell’amore di Cristo – ha concluso i l vescovo -, le esigenze del Vangelo, l’importanza del territorio concreto, necessitano di sviluppare la corresponsabilità: ecco, in breve, alcuni semplici orientamenti per il futuro perché possiamo portare frutto e gli uomini possano credere nell’unica Parola che salva».
I prossimi appuntamenti
Domenica 15 settembre alla chiesa di San Lorenzo, alle 11 sarà celebrata la Messa conclusiva della Visita pastorale con cresime. Venerdì 20 settembre alle 20.30 a Pieve Tho l’incontro con tutti gli educatori, catechisti e capi scout delle unità pastorali della vallata.