In via Pellico non ci si arrende. “Qui non si molla” non è uno slogan, ma lo stato d’animo di chi, nonostante tutto, lotta per ricostruire con consapevolezza e fiducia. Simone Randi abita con la moglie, tre figli e un cane nella ‘zona nera’. Per loro è la terza alluvione.
Randi: “Mercoledì una notte insonne, la mattina siamo venuti via con il kajak”


“Un po’ ce lo aspettavamo – racconta -. Mercoledì ho fatto avanti e indietro tra casa nostra e il fiume per tutta la notte. Era chiarissimo quello che stava succedendo, ma siamo rimasti a casa, mentre l’acqua continuava a salire. I bambini dormivano di sopra. Siamo crollati dal sonno intorno alle 4 del mattino e poi, da esperti alluvionati, con la luce del giorno siamo venuti via da casa con il Kajak”. Randi non si perde d’animo e, nonostante abbia passato giorni a spalare via il fango, ha ancora la forza di scherzare. Ad andare via dal Borgo non ci pensa nemmeno. “Abbiamo acquistato la casa due anni fa – ricorda – facendo un mutuo. Adoriamo questo posto. Poi, sfidando l’alluvione, ho aperto un’attività proprio in Borgo perché credo che valga ancora la pena investire in questa zona”. Randi è infatti il titolare della neonata palestra “Il Progetto”, in via Alcide De Gasperi, oltre a Progetto Crossfit di via Oriani. Insomma, la testimonianza vivente che, come ha detto la vicepresidente della provincia Valentina Palli, “la nostra terra non è senza speranza”.
“Spero a breve la messa in sicurezza del Marzeno”



E intanto ci si rimbocca le maniche, nonostante la fatica si faccia sentire. “Siamo stati previdenti, cerando di portare al piano superiore il maggior numero di cose possibili, ma abbiamo avuto due metri d’acqua e fango in cantina e un metro e mezzo al piano terra. E’ ovvio che le conseguenze ci sono”. Pavimenti gonfiati, piastrelle saltate, intonaco da rifare, elettrodomestici e cucina da buttare, tutto finito nel ‘cimitero’ lungo la strada. L’apporto dei volontari è stato fondamentale: una novantina di persone armate di badili, spazzoloni e olio di gomito. “Nel giro di quarantott’ore siamo riusciti almeno a togliere il fango” racconta Randi. Qualche giorno a casa di parenti e poi si torna a casa. “Appena avremo di nuovo corrente e acqua calda rientriamo. Contiamo di arrangiarci con qualche fornello improvvisato e poi compreremo la lavatrice”. A dispetto di tutto Randi non è arrabbiato. “Alle istituzioni chiediamo sicurezza – afferma – ma riconosco che è già stato fatto un ottimo lavoro. Noi purtroppo abitiamo in una zona sfortunata, ma dobbiamo considerare che è arrivata il doppio dell’acqua dell’altra volta e che gli argini del Lamone hanno tenuto. Adesso speriamo che inizino i lavori per la messa in sicurezza del Marzeno”.
Barbara Fichera