Ravenna e Forlì stanno diventano protagoniste dell’innovazione medica con i nuovi corsi di Medicina e Chirurgia dell’Università di Bologna. Strutture all’avanguardia, tecnologie avanzate e un approccio che guarda al futuro. Dall’anno accademico 2020/21, le sedi di Ravenna e Forlì ospitano nuovi corsi della scuola di Medicina e Chirurgia, e il prossimo anno, al termine di un percorso di sei anni di studio, si avranno i primi laureati.
La pagina web della scuola di Medicina e Chirurgia di Ravenna riporta questo titolo: “Dalla teoria all’innovazione medica; prepararsi alla professione medica e chirurgica al campus di Ravenna”, una frase che sembra dire: «Noi guardiamo al futuro», ma è davvero così? Ce lo siamo fatti raccontare dal giovane professore Filippo Piccinini, faentino che insegna alla scuola di Medicina e Chirurgia di Ravenna e a Infermieristica a Faenza.

Intervista al professor Filippo Piccinini

«Spesso si pensa che la Scuola di Medicina e Chirurgia sia solo Bologna, ma da qualche anno abbiamo corsi equivalenti nelle sedi di Ravenna e Forlì. Al momento non abbiamo statistiche precise, ma sono pronto a scommettere sulla qualità della formazione di questi futuri medici perché a Ravenna, essendo una sede recente, abbiamo una grande fortuna: strutture nuove e un parco macchine innovativo a disposizione degli studenti. Ad esempio un tavolo anatomico multimediale che con l’aiuto di un bisturi virtuale permette di simulare dissezioni per analizzare in dettaglio il corpo umano. E poi ci sono corsi a scelta creati da zero per avvicinare i futuri medici alla nuove tecnologie, sempre per favorire sinergie tra ricerca e cura».
In particolare, nella sede di Ravenna, tra i corsi a scelta a disposizione degli studenti c’è anche quello del professor Piccinini: L’informazione scientifica tra media, riviste, banche dati e big data, nato per far conoscere meglio il mondo dell’editoria scientifica con lo scopo di ribadire sempre di più che la ricerca di oggi è la medicina di domani.
«A Ravenna, ad oggi, manca ancora quasi tutta la parte di ricerca universitaria fatta in sede dagli studenti per mancanza di tesisti e quindi ricercatori formati nel polo didattico. Era necessario cominciare a dare una direzione e consigli agli studenti perché la ricerca è fondamentale e in costante sviluppo, ma senza conoscere le regole del gioco, dove si va?». Ed ecco il perché di questo corso: «Conoscere e capire il mondo delle riviste scientifiche è fondamentale per la divulgazione delle proprie ricerche – continua -. Il corso oggi è seguito da circa 50 studenti che hanno compreso l’importanza della ricerca. E questo vuol dire che come Università siamo stati in grado di cogliere un bisogno che questi futuri medici avevano». In particolare, il corso spiega come nasce una pubblicazione e come è strutturato il mondo delle riviste scientifiche. Per esempio, al contrario di altre riviste sono i ricercatori stessi che contattano gli editori per pubblicare le loro scoperte, e tra tante riviste scientifiche, quelle con più fama e storia sono tra le più ambite. Tuttavia, nonostante l’importanza della ricerca, non esisteva ancora una letteratura di riferimento che potesse essere di supporto agli studenti. Così Piccinini ha scritto un libro uscito a inizio 2025: Scientific information Across Media, Journals, Databases and Big Data. Qui esplora il modo in cui le informazioni scientifiche vengono raccolte, archiviate e diffuse attraverso diversi canali. In particolare, analizza il ruolo delle piattaforme digitali nella comunicazione scientifica e discute le sfide legate alla gestione dei dati nella ricerca, affrontando il tema dell’accesso aperto alle pubblicazioni e il suo impatto sulla comunità scientifica.

Jacopo Cavina