Sarà una buona annata per vino romagnolo, anche se la vendemmia dovrà essere anticipata almeno di una quindicina di giorni. Eh sì perchè il gran caldo sta costringendo i viticoltori a ‘bruciare’ i tempi di raccolta. In Emilia Romagna già dall’8 agosto è previsto lo stacco dei primi grappoli d’uva bianca per le basi spumante, Pinot e Chardonnay. Confagricoltura regionale  stima un aumento della produzione locale del 10% rispetto all’annata precedente, che è stata scarsa, sotto la media degli ultimi cinque anni. 

Questa tempistica straordinariamente anticipata riguarda principalmente i vitigni a bacca bianca destinati alle basi spumante, ma potrebbe estendersi anche ai vitigni a bacca rossa, se il caldo persistente dovesse continuare a influenzare la maturazione degli acini. «Il condizionale è d’obbligo», spiega Renzo Pelliciari, presidente della sezione vitivinicola, «perché se la temperatura rimane sopra i 36 gradi, la maturazione dell’acino potrebbe rallentare». Nonostante le difficoltà, ci sono aspettative di una vendemmia positiva per la maggior parte dei nostri vini, che potrebbero riportare risultati migliori rispetto ai due anni precedenti.

La preoccupazione in Emilia Romagna riguarda piuttosto le  malattie della vite – come flavescenza dorata (in prossimità dei fiumi) – e l’aumento dei costi di produzione. Marcello Bonvicini, presidente di Confagricoltura Emilia Romagna, sottolinea l’urgenza di un cambiamento strutturale per garantire la sostenibilità del settore: «confidiamo in una svolta che porti all’aggregazione delle cantine sociali o cooperative per rafforzare la competitività del sistema vitivinicolo».