Il 19 giugno scorso, alla parrocchia di Sant’Agostino di Faenza, si sono celebrate le esequie per suor Immacolata, tornata alla Casa del Padre il 15 giugno. La celebrazione è stata presieduta dal vescovo, monsignor Mario Toso.
La vita
Nata a Dovadola (Forlì-Cesena) il 28 agosto 1936, secondogenita di Mario Palombi e Irma Peroni, le viene dato il nome Giulia. Alla sorella maggiore Maria si aggiungono poi i fratelli Franco, Dante e Giuseppe. Giulia frequenta la scuola elementare a Dovadola, dove ha la possibilità di conoscere la beata Benedetta Bianchi Porro. In seguito, la famiglia si trasferisce a San Giovannino, a Faenza. Qui nascono gli altri fratelli: Anna, Rosalba,Mauro e Giuseppina. Le esigenze della famiglia crescono e i tempi sono difficili. Infine, la famiglia si trasferisce a Ronco, dove si dedica al lavoro duro della terra. All’età di 13 anni Giulia entra nel Collegio dell’Istituto Ghidieri per imparare a lavorare al telaio. Rientrata a casa, all’età di 20 anni matura la scelta della vita consacrata e entra nell’Istituto Ghidieri delle Suore Lauretane del Terz’Ordine di San Francesco. Il 18 novembre 1957 viene ammessa al Noviziato. Il 2 marzo 1959 emette la Prima Professione e il 6 aprile 1964, con la Professione Perpetua, esprime il suo Sí definito alla chiamata del Signore. Viene indirizzata allo studio per diventare insegnante, in vista dell’apertura della scuola materna che avverrà nel 1967.
Nel frattempo, oltre allo studio e all’impegno nella vita comunitaria, si dedica anche ad attività pastorali e in particolare svolge il suo servizio come catechista nella parrocchia di Bizzuno per circa vent’anni. Nel 1977 viene eletta Madre superiora e, aumentando gli impegni della comunità, suor Immacolata lascia la scuola materna come titolare di sezione, continuando però come direttrice il suo servizio fino al 2019. Viene riconfermata come Madre superiora per tre mandati e, dopo una breve pausa, rieletta nel 2005. Fino a oggi ha svolto il servizio di Superiora della comunità. La sua vita è stata un dono al Signore, caratterizzata dalla gentilezza, unita alla fermezza e alla fedeltà gioiosa alla vita consacrata nutrita dalla preghiera comunitaria e personale. Affidandosi al Signore con coraggio e speranza, insieme a tutta la comunità, ha guidato l’Istituto Ghidieri in un momento fondamentale e non facile, fino alla fusione con le Francescane Ancelle di Maria, permettendo di donare il patrimonio carismatico, maturato in oltre 300 anni di vita, di fede, di testimonianza, di servizio alla Chiesa e nella Chiesa a questa Congregazione, operando sempre per divenire una sola comunità nel solco della spiritualità mariana e francescana.
La sua vita è stata caratterizzata da operosità e preghiera e sempre si poteva vederla in Coro. Quando la malattia ha bussato alla porta si é abbandonata totalmente alla volontà di Dio, offrendo questa sofferenza per la Chiesa. Quando ultimamente la malattia si è ripresentata in maniera più aggressiva, ha rinnovato la sua offerta e, sottoposta a terapie pesanti, dalla sua bocca non si è mai sentita una ribellione, ma solo “O mio Dio sia fatta la tua volontà”. Particolarmente in questi ultimi mesi è stata attorniata dall’affetto, oltre che dei familiari, amici, sacerdoti, delle sue consorelle, in particolare di suor Luisa che si è presa cura di lei incessantemente. Nelle ultime settimane la malattia l’ha aggredita e, nonostante tutto, ha dato prova della forza che attingeva dalla sua fede forte e robusta, lasciando un esempio e modello di vita veramente donata al Signore. Si è spenta il 15 giugno alle 12 mentre suonavano le campane delle chiese della città.
L’omelia del vescovo Mario Toso
Care sorelle Lauretane del Terz’Ordine di S. Francesco, care Suore Francescane Ancelle di Maria, cari presbiteri, cari fratelli e sorelle, celebriamo le esequie di Suor Maria Immacolata: una vita di completa consacrazione al Signore Gesù, a servizio, in particolare, della formazione e dell’educazione cristiana della prima infanzia. All’età di 20 anni matura la scelta della vita consacrata ed entra nell’Istituto Ghidieri delle Suore Lauretane del Terz’Ordine di San Francesco (dal 2011 confluite nella Congregazione delle Francescane Ancelle di Maria). Il 18 novembre 1957 viene ammessa al Noviziato. Il 2 marzo 1959 emette la Prima Professione e il 6 aprile 1964 con la Professione Perpetua esprime il suo sì definitivo alla chiamata del Signore.
Da anni era superiora della comunità dell’Istituto Ghidieri di Faenza dove ha sempre vissuto. Si distingueva per un tratto mite e per la sua dedizione premurosa. Non mostrava atteggiamenti alteri bensì di madre e di sorella.
L’ultimo periodo della sua vita è stato caratterizzato da una malattia che la faceva soffrire senza soste. Sostenuta dalle consorelle e dai parenti, accompagnata dalla preghiera della sua comunità, Suor Immacolata si è sempre più immedesimata a Cristo crocifisso. Anche lei è salita sulla croce ed è rimasta con Gesù. Alle Suore Lauretane, ma anche alle suore Francescane, non è estranea la spiritualità della croce, la spiritualità del Verbo che si incarna, si fa vicino all’umanità, muore e risorge. Settimane fa trovandomi a far vista a Suor Immacolata, durante una pausa in cui la morfina le concedeva un po’ di sollievo e di tregua, ho udito Suor Luisa che le dava conforto ricordando l’insegnamento delle loro antiche guide spirituali: quando saliamo sulla croce non siamo sole. Siamo con il Signore Gesù. Lui sta da una parte del crocifisso e noi dall’altra. Insieme con Lui è meno difficile rimanere sulla croce. Il Figlio di Dio sulla croce non ci impedisce di rivolgerci al Padre così: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato»? per dire, poi, alla fine «Padre nelle tue mani affido il mio spirito».
Cari fratelli e sorelle, la «crocifissione» di Suor Immacolata non è durata solo un giorno. È continuata per più tempo, per settimane, per qualche mese, fino alla consumazione. Sono convinto che le lunghe sofferenze l’hanno purificata e resa degna dell’abbraccio del Padre, del regno dei cieli, della vita eterna. Riflettendo sul lungo tratto di «vita crocifissa» di suor Immacolata mi sono chiesto che cosa potesse significare per le sue consorelle e per la nostra chiesa diocesana, impegnata nel cammino sinodale. Sono cresciute in me queste convinzioni che desidero condividere: per le Suore Lauretane e per le Francescane Ancelle di Maria l’avere avuto Suor Immacolata da accudire e da accompagnare all’incontro col Risorto è stata sicuramente l’occasione di sperimentare sia la grandezza e la bellezza della loro consacrazione al Signore sia il realismo del loro mistico sposalizio con Gesù Cristo: in Lui si vive, si muore, in Lui si risorge.
Care sorelle, l’essere vissute in questi ultimi tempi con Suor Immacolata, chiamata a partecipare intensamente alle sofferenze di Cristo, vi ha condotte indubbiamente a riscoprire la vostra vocazione di missionarie del Servo Sofferente, nella Chiesa e nel mondo. L’offerta al Signore delle sofferenze di suor Immacolata potrà essere caparra di nuove vocazioni, perché ora siete nella condizione di possedere una convinzione più viva e uno slancio missionario più intenso.
Per tutti noi, Chiesa di Faenza-Modigliana, impegnati nell’ultima fase del cammino sinodale, fase profetica, non potrà che derivare la grazia di una vita pienamente ed autenticamente unita a quella di Gesù Cristo che si incarna, muore e risorge. È questa la strada della conversione pastorale che concorre a redimere e a trasfigurare il mondo, la stessa morte. Siamo chiamati a non tenerci separati da Cristo che vive in noi, grazie al suo Spirito. Come Chiesa, che pare divenire sempre più piccolo gregge, siamo invitati ad assumere decisioni chiare e a porre segni anticipatori del Regno, nei diversi ambiti di vita. Solo così porteremo l’umanità alla pienezza del compimento nel Signore Gesù. La Chiesa è chiamata ad abitare il mondo e la storia nel segno della prossimità di Cristo. Condotta dallo Spirito d’amore serve il Regno di Dio in parole e pratiche, nonostante le opposizioni di chi la contrasta adorando l’io e il proprio utile. Alla base della Chiesa sta un dinamismo contrario, quello dell’amore di Cristo che redime e trasfigura tutti mediante il dono gratuito di sé, la cura reciproca, una comunione più grande. Solo così nasce e si propaga la civiltà dell’amore, si testimonia il primato di Dio Amore, Comunità di Persone.
Suor Immacolata, testimone coraggiosa della passione d’amore di Cristo, prega per le tue sorelle religiose e per tutti noi. Nella nostra «ora» insegnaci a rimanere con Colui che si incarna, muore e risorge per far nuove tutte le cose, i nostri cuori.
+ Mario Toso