Al Rione Verde, nell’ambito della Settimana della Bigorda, più precisamente in piazza Foris Portam, lunedì 3 e martedì 4 giugno, arriva “Santa Balera”, il circuito del nuovo liscio e folk, a cura del Mei.

Le serate si svolgeranno a partire dalle ore 19, a cura del MEI, Club Piccadilly, Accademia Medioevale, in collaborazione con Emrgency che celebra trent’anni e l’Anpi che ne festeggia ottanta.

Ad esibirsi saranno gli Alluvionati del Liscio neonata formazione faentina, guidata dal fisarmonicista Alvio Focaccia e prodotta da Giordano Sangiorgi. Sono reduci dal grande successo di “Dai, dai Gresini!”, brano scelto come inno dal team faentino di Moto Gp.

Ci saranno poi le Emisurela, con una formazione tutta al femminile, composta da Anna De Leo (violino e voce),
Angela De Leo (fisarmonica e voce ) e Rita Zauli (cajun, percussioni e voce). La loro musica ha riportato i giovani della
Romagna ad amare il liscio.

Infine spazio anche per I Fratelli & Margherita, band composta appunto da quattro fratelli Ben, Bamboo-Jack, Ciccio e Margherita, che con grinta e passione suonano country e folk. Hanno appena fatto uscire il singolo Margherita e i suoi Fratelli realizzato con il
cantautore folk, già leader dei Modena City Ramblers, Cisco.

All’interno inoltre, del circuito Santa Balera, l’Anpi sezione di Faenza propone due serate di discussione sul tema della pace

Lunedì 3 giugno 2024 appuntamento con L’Italia e il disarmo: per un’Europa di pace con Pasquale Pugliese, moderato da Andrea Fortini dell’Anpi di Faenza.
Pasquale Pugliese è un filosofo, particolarmente legato ad Aldo Capitini. Studioso del pensiero della nonviolenza, educatore, progetta interventi di politiche giovanili. Cura percorsi e laboratori di approfondimento sulla cultura di pace e l’educazione alla nonviolenza.

Fa parte della redazione di Azione nonviolenta, rivista fondata nel 1964 da Aldo Capitini, di cui è membro della segreteria nazionale. Vive a Reggio Emilia, dove ha contribuito a fondare e ad animare la decennale esperienza della Scuola di Pace.

Autore nel 2018 del volume “Introduzione alla filosofia della nonviolenza di Aldo Capitini, e nel 2021 “Disarmare il virus della violenza. Annotazioni per una fuoriuscita nonviolenta dall’epoca della pandemia”.

Bianca Broccoli interverrà, durante l’evento, per raccontare la propria esperienza di servizio civile.

Martedì 4 giugno invece ecco Il Ministero della Pace: come prevenire e ridurre la violenza sociale, con Laila Simoncelli. Modera l’evento Alberto Fuschini dell’Anpi di Faenza.
Laila Simoncelli è un avvocato, responsabile del servizio Diritti umani e giustizia della Comunità Papa Giovanni XXIII, una delle associazioni promotrici della Campagna Ministero della Pace – Una Scelta di Governo che un anno fa presso la Sala Cappella Farnese a Bologna, con il patrocinio dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna e del Comune di Bologna, hanno promosso ed organizzato il convegno: “Ministero della Pace: una politica per il futuro”.

“Il Ministero della Pace” sosterrebbe attività che promuovano una cultura della pace nel Paese: promozione di politiche di Pace, disarmo, difesa civile non Armata e nonviolenta, prevenzione e riduzione della violenza sociale, qualificazione delle politiche di istruzione, mediazione sociale e giustizia riparativa.

L’art. 11 della Costituzione contiene verbi fondamentali: ripudia, consente, promuove, e mentre i primi due sono immediatamente precettivi – anche se disattesi e violati nel corso della storia repubblicana – il terzo deve ancora trovare piena attuazione, possibilmente con un ministero ad hoc. 

Il Ministero della difesa (storicamente predisposto per la difesa militare) non può condurre l’assetto istituzionale verso rapporti di pace positiva e disarmo, parimenti la cooperazione internazionale posta sotto il Ministero degli esteri, “gestita” in termini di sicurezza e commercio, è comunque carente per diversi aspetti.

L’impegno per istituire il Ministero della Pace come fine dell’azione della rete, sia sui mezzi che lo realizzino come esito, per costruire una cultura politica della pace fondata sulla nonviolenza e il disarmo e su politiche portate avanti dal basso, attraverso forme di engagement che rendano autentiche le politiche di pace dei governi del nostro paese, porta anche ad evidenziare la stretta connessione tra il Ministero della Pace come fine per uno stile nonviolento della politica e il ruolo delle donne nella Storia della Pace. Nella sua professione queste riflessioni ben si coniugano con una rivoluzione culturale anti-punitiva, nonviolenta che ripara e rieduca, e che già genera una riflessione su nuove esperienze di esecuzione penale che sottraggono al carcere la sua inutile centralità.