Prosegue a grandi passi il cammino della comunità energetica nella Diocesi di Faenza-Modigliana. Nascerà a breve una cooperativa, che prenderà il nome di Comunità energetica ecologia integrale a servizio dei gruppi di condivisione che si formeranno nel territorio. Si tratta di un passo storico verso un nuovo modello di sviluppo sostenibile e solidale nel campo delle energie rinnovabili. L’idea è quella di creare un’impresa cooperativa per il consumo congiunto di energia elettrica, godendo dei benefici tariffari e fiscali previsti dalla legge. «Utilizzeremo gli incentivi statali per il bene comune, senza fini di lucro – precisa Fabrizio Liverani, membro della Commissione diocesana per la costituzione delle comunità energetiche -. Chi produce energia in esubero la metterà in rete per chi ne ha bisogno. Lo scopo è quello di alleggerire la rete nazionale e consumare l’energia lì dove si produce». Il decreto legislativo 199/2021 che disciplina la promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, in attuazione della direttiva Ue 2018/2001 del Parlamento europeo dell’11 dicembre 2018, definisce la comunità energetica come un soggetto giuridico basato sulla partecipazione aperta e volontaria di persone fisiche, imprese, associazioni, enti , tra cui anche quelli religiosi, con l’obiettivo di fornire benefici ambientali, economici e sociali ai suoi membri e al luogo in cui opera. La comunità energetica beneficerà di incentivi di natura fiscale, tariffaria e finanziaria per ridurre i costi degli investimenti necessari alla sua costituzione e alla operatività.

Fabrizio Liverani della Commissione diocesana: «Si aderisce per un atto di solidarietà»

Anche nella nostra Diocesi il vescovo, monsignor Mario Toso, ha nominato un gruppo ad hoc per esaminare lo stato dell’arte, riunire competenze multidisciplinari, elaborare progetti come stimolo alla costituzione di comunità energetiche, il cui obiettivo sia la condivisione e dell’aiuto verso i più fragili. «Il nostro lavoro è partito un anno e mezzo fa – racconta Liverani – la commissione ad oggi si è incontrata una decina di volte. Subito dopo l’istituzione della commissione, un gruppo di volontari ha raccolto dati energetici di 121 utenze tra parrocchie, scuole cattoliche e monasteri». Un lavoro preparatorio importante, che ha permesso ai tecnici della commissione di redigere una prima analisi di fattibilità. «Abbiamo poi partecipato al bando regionale che finanzia gli studi per realizzare le comunità energetiche, con il progetto di due ipotetiche comunità – prosegue Liverani -. La domanda di partecipazione è stata accolta. Il bando finanzia le opere preparatorie (consulenze legali e fiscali), ma non le spese vive che servono a finanziare gli impianti». Alla fase preparatoria sono seguiti incontri in tre dei quattro vicariati in cui è suddivisa la Diocesi per condividere il progetto e la formazione dei potenziali utenti. Il percorso delle comunità energetiche prevede cinque tappe, la prima delle quali si è appena conclusa. «Il nostro lavoro di discernimento – continua Liverani – ha riguardato soprattutto gli obiettivi da dare a questo ente. Al primo posto mettiamo i bisogni delle persone fragili delle parrocchie. Chi aderirà al progetto deve essere consapevole che il primo obiettivo della propria adesione non è tanto il risparmio in bolletta o gli incentivi, ma un atto di solidarietà verso chi ha più bisogno». Alla comunità energetica spetterà poi decidere come destinare gli incentivi, ma anche la formazione di una comunità consapevole e attiva nella transizione ecologica.

Barbara Fichera