A darmi la nuova del cavaliere di Marzeno è stato Tugnèt! Mo sì, il mio amico che ormai lo sapete tutti che mè e lui siamo nati uno impetto all’altro: Tugnèt una bolatina di anni prima a Musiöl Mòr e il sottoscritto, sette anni dopo, a e’ Re dla Pàja, la casa proprio lì sopra al ponte omonimo che c’è fra i due poderi, a mano stanca Musiöl Mòr e a mân dreta e’ Re dla Pàja, se uno va su verso Modigliana. Allora vi dicevo è stato Tugnèt a informarmi sul cavaliere di Marzeno. E chi poteva farlo se non lui che tra Faenza e Modigliana li conosce tutti e sa proprio tutto di tutti? Figuriamoci se a lui ci scappava uno scoop di questa posta: anche Marzeno ci ha il suo cavaliere, e che cavaliere! Roba da telegiornale!
Ohi che non vi crediate mica che sia uno di quelli che vanno a cavallo, che so in un ippodromo, durante il Palio o nel maneggio di Varoli lì sulla collina fra Rivalta e Sarna! Mocchè mai, quello di Marzeno è un cavaliere che va senza cavallo. Come fa?
Ciô, mo la mia gente, mi tocca di dirvi proprio tutto! Dei cavalieri ce ne sono di più fatta, ma il sottoscritto adesso ve le riduce a due (quelle altre poi ve le andate a cercare da per voi su un buon vocabolario): c’è quella di chi sale in groppa a un equino e quella di chi cavaliere ci diventa perchè ci danno un tètul, sì un’onorificenza, a riconoscimento di quanto di buono (almeno si spera) può avere fatto. Ecco, il cavaliere di Marzeno casca proprio nella seconda categoria perchè lui e’ tètul se l’è guadagnato sulla propria pelle, lavorando sodo e godendo di grande stima da parte di quelli che hanno avuto la fortuna (e siamo in tanti) di darci impetto. Mo bòja dla su miseria, mi sa che sto diventando peggio di Tugnèt che i scurs li prende sempre alla larga e ci mette il suo po’ par arivê ins e’ cavdêl! Mo non vi ho mica ancora detto che sto benedetto cavaliere di Marzeno è Lorenzo Ferrini, e’ fàbar (o meglio il maestro del ferro) con tanto di officina a Ca dl’Abêt su a Scavignano. Lui è uno dei Ferrini dla Ca de Bèc di San Benedetto in Alpe e lassù, nel vicino podere Val di Mora, c’è nato il 5 aprile 1953, ultimo dei sei figli di Carlo e Francesca Bassi. A Marzeno c’è arrivato seguendo la famiglia scesa verso la Bassa in varie tappe.
Nel 1955 suo padre prende a mezzadria il podere Le Velle lungo la strada per il monte Busca e Lorenzo frequenta i primi anni delle elementari nella scuola di Tredozio. Le finirà poi a Tossino perchè nel 1963 i suoi si trasferiscono nel modiglianese alle Case di Sotto di San Martino in Monte. Interrotti gli studi con la licenza di quinta, lavora nel campo fino al 1968 quando i Ferrini lasciano San Martino in Monte e vanno ad abitare a Scavignano nella cosiddetta Villa Rosetti, la casa del cantoniere (padre di don Giovanni Rosetti). Lorenzo, non ancora quindicenne, inizia la “scuola” da fabbro a Faenza in via Ponte Romano presso l’officina di Antonio Magnani, uno degli artigiani del ferro più quotati della città, dove già lavora anche suo fratello Giuliano. Il lavoro gli piace, ci si butta a capofitto e, in poco tempo , impara il mestiere guadagnandosi la stima dei titolari dell’azienda e dei clienti. Trova però anche il tempo per fidanzarsi con Franca Cenni della Pideura. Messa su famiglia i due sposi vanno ad abitare prima in via Ponte Romano sopra all’officina, poi (dal 1979) in via degli Olmi nell’appartamento messogli a disposizione dall’azienda che si è trasferita in quella nuova zona artigianale. Nel 1991 (ci stava però pensando già da tempo ) Lorenzo compie il grande passo e si mette in proprio aprendo un’officina a Casa l’Abate a Scavignano. Grazie all’esperienza che si è fatto nei vent’anni e passa trascorsi presso l’azienda Magnani e grazie alla stima di cui gode presso tante persone, le cose gli vanno bene fin da subito. Abituato a lavorare sodo e senza limiti di orario, è riuscito a mandare avanti l’officina, praticamente da solo, con risultati che gli hanno dato tanta soddisfazione da stimolarlo a continuare anche dopo che è andato in pensione nel 2019. Il forte attaccamento al suo lavoro svolto sempre con grande competenza, l’impegno profuso in molte iniziative e associazioni a favore della comunità di Marzeno-Scavignano, l’interesse per la storia della vallata che va dal Ponte Rosso al Tramazzo e la sua proverbiale cordialità nel rapportarsi con gli altri hanno valso a Lorenzo, e giustamente, vari riconoscimenti. Fra questi c’è, ad esempio, il Paul Harris Fellow attribuitogli dal Rotary Club di Faenza nel 2017 a cui si è aggiunta la nomina a Cavaliere della Repubblica in data 2 giugno 2023. Marzeno può andare orgogliosa di questo suo cavaliere che non ha un cavallo, ma (come dice Tugnèt) se ci vuoi star dietro hai da galoppare di quel poco.
P.S. Vi ricordo che ai Filodrammatici L.A. Mazzoni continuano gli spettacoli. Venerdì 3, sabato 4 e domenica 5 maggio alle ore 21 il laboratorio adulti presenterà il saggio finale diretto da Daniele Porisini.
Prenotazioni al numero di cellulare 377 3626110, su Whatsapp attivo tutti i giorni.
Oppure acquistare i biglietti direttamente nelle serate di spettacolo.
Mario Gurioli