Lo scorso anno, all’assemblea de La Bcc ravennate, forlivese e imolese, si disse che i conti dell’esercizio 2022 erano risultati molto buoni, ma era una eccezione. Già con l’esercizio in corso, quello 2023, non c’era da spettarsi altrettanto.
Da una parte l’inflazione che cresceva, e dall’altra ci si son messe anche le calamità naturali, alluvione in testa. In sostanza c’erano tutti gli ingredienti per un risultato complicato per davvero. E invece è successo che nonostante lo scenario quasi apocalittico e non preventivato, i risultati sono stati eccellenti. Positivi, e appena un 20% in meno di quelli dell’anno precedente. Due numeri per capire. «Utile di 57,7 milioni di euro – dichiara il direttore Gianluca Ceroni – a conferma della capacità reddituale della nostra banca, destinata a un ulteriore rafforzamento del patrimonio di vigilanza che raggiunge così i 533 milioni di euro e rappresenta da sempre il principale elemento a tutela di soci e clienti». Soddisfatto anche il presidente, Giuseppe Gambi: «Ha vinto la scelta di stare vicino al territorio. Una cooperativa come la nostra, quando le persone soffrono, deve essere lì, accanto a loro. Abbiamo investito sulle persone e in modi diversi».
Approvato il bilancio 2023: il punto con il presidente Giuseppe Gambi
Presidente Gambi, quali modi?
Abbiamo facilitato l’accesso al credito con linee dedicate agli alluvionati. Pensi che sono 63 i Comuni in cui operiamo e 60 di essi sono elencati nel decreto governativo di quelli riconosciuti alluvionati. Dovevamo esserci. Abbiamo facilitato il credito alle famiglie con prestiti fino a 50mila euro; tasso 0 sui primi diecimila e agevolato sopra, e con rimborso a partire dal 19° mese.
E per le imprese?
Intanto abbiamo snellito le procedure. Bastava un’autodichiarazione per evidenziare il danno e chiedere un prestito. E abbiamo applicato un tasso agevolato, senza ricarichi, pagabile in 5-7 anni. In questo modo abbiamo raggiunto i 690 nuovi prestiti, dai 10mila euro per le famiglie ai 250mila euro per le imprese, per un totale erogato di circa 25milioni e mezzo di euro. Sempre per alluvionati, per chi aveva prestiti in corso, abbiamo applicato una moratoria di un anno sui rientri, con possibilità anche di scegliere se pagare solo gli interessi per un totale di 1.700 operazioni circa, a fronte di un debito residuo di circa 203 milioni di euro. E altro ancora.
Esempio?
Beh, la beneficenza e le sponsorizzazioni. A febbraio avevamo approvato erogazioni per 2 milioni, e già era un aumento dato dal fatto che il bilancio era stato ottimo. A maggio, dopo l’alluvione, abbiamo deciso per mettere in campo altri 2 milioni.
Tre i criteri di riferimento: le persone, le imprese e l’associazionismo, con grande attenzione alle attività delle Caritas di tutte e cinque le diocesi con cui ci rapportiamo. Senza dimenticare tutti gli altri benefit a favore di clienti e soci.
A fronte di tutto questo, per il 2023 c’è stato comunque un utile importante.
Certo. Io dico sempre che dobbiamo fare utili. E la ragione è semplice: per esserci anche domani e, vi fosse bisogno, poter essere di nuovo presenti sul territorio, accanto alle persone, alle famiglie e alle imprese per aiutare la ripresa. Chi è venuto prima di me e di coloro assieme ai quali amministro questa banca, ha operato bene.
E voi volete mantenere quel percorso?
È una questione importante. I prestiti si possono fare in base al patrimonio di vigilanza, al capitale sociale e alle riserve, e quelle sono voci che derivano dagli utili.
Se vogliamo aumentare le nostre capacità di intervento, dobbiamo inevitabilmente aumentare il nostro patrimonio.
Più in generale, un giudizio sull’economia romagnola?
In Romagna vive un popolo di lavoratori che non molla mai. E gli slogan ripresi anche nel contesto del post alluvione lo mettevano in luce. Io poi aggiungo “aiutati che Dio ti aiuta”.
Comunque la nostra Romagna tiene. Lo scorso anno abbiamo erogato alle imprese qualcosa come 218 milioni di euro in mutui. Senza dimenticare i 2.731 mutui casa.
Il 2024 sarà duro, ma i segnali positivi non mancano. Contavamo sul calo dell’inflazione per frenare i tassi sui mutui e qualcosa si vede; speravamo su meno costi per l’energia, e anche qui la spesa frena.
Di Faenza che dice?
Sono ottimista, anche se le aree alluvionate vivono in grande sofferenza, ma c’è voglia di fare e noi ci siamo. Anzi, mentre tutti gli istituti di credito in questa fase sono propensi a ridurre le loro filiali, posso dirle che noi stiamo per aprire una filiale a Castel San Pietro.
Giulio Donati