«Quando mi è stato chiesto di suonare al Festival di Sanremo non ci credevo, mi sembrava tutto così assurdo». Samuele Sangiorgi, 22 anni di Fognano, era seduto sul divano mentre ha ricevuto la notizia al telefono e la sua mente l’avrà portato immediatamente a vedersi su quel palco sacro per la musica italiana con il proprio sassofono, pronto a suonare in diretta per milioni di spettatori in tutta Italia. La risposta a quella chiamata, arrivata da Giordano Sangiorgi del Mei, non poteva che essere positiva. E così, circa un mesetto fa, Samuele è entrato a far parte della Nuova Orchestra Santa Balera composta da tutti giovani: 15 musicisti e 10 ballerini, la Generazione Z del Liscio.

Il 7 febbraio suonerà al Festival di Sanremo con la Nuova Orchestra Santa Balera del Mei

santa balera

La formazione durante il Festival (nella serata del 7 febbraio, all’inizio della puntata) renderà omaggio ai 70 anni di Romagna mia. «Siamo tutti giovani musicisti di varia estrazione dai 14 ai 30 anni, molti studenti di conservatorio come me. Nei 3 minuti che avremo a disposizione di fronte al pubblico dell’Ariston e ai telespettatori suoneremo Romagna mia riadattata con alcune sorprese, mettendoci tanto di nostro».

Per prepararsi a questo momento, sono state realizzate quattro prove assieme agli altri musicisti, che hanno rappresentato anche un punto di incontro intergenerazionale. «Tra i momenti più commoventi delle prove infatti – ricorda Samuele – è stato quando Riccarda Casadei, figlia di Secondo, è venuta a incontrarci e ci ha portato il foglio con l’originale di Romagna mia scritta dal padre in persona».

“Il folk romagnolo e il liscio per me portano tanta gioia e divertimento”

WhatsApp Image 2024 02 05 at 19.00.19

Non si arriva al palco dell’Ariston per caso. Samuele ha dedicato tanto impegno alla musica, fin da piccolo. «Ho iniziato a circa 8 anni a suonare il flauto traverso, e da lì mi sono specializzato negli studi classici e ho approfondito anche altri strumenti, come il sassofono, con il quale mi esibirò a Sanremo, e ora frequento il conservatorio Verdi di Ravenna come clarinettista». La passione per il folk romagnolo e il liscio è arrivata direttamente dalla famiglia, trasmessa dai nonni e dai genitori. «Questa musica rappresenta le nostre radici, il nostro essere romagnoli – spiega Samuele – e a me ha sempre dato tanta gioia e divertimento suonarla. A chi la conosce solo per stereotipi, dico di provare a suonarla o ascoltarla e non rimarrà deluso». Sul futuro Samuele ha le idee chiare: «Dopo il diploma, mi piacerebbe insegnare musica e lavorare come orchestrale».

“Come superare l’emigrazione dei giovani in vallata? Servirebbero degli spazi comuni realmente nostri…”

Un altro tema che approfondiamo con lui è quello dei giovani e la vallata del Lamone, su cui da tempo dedichiamo articoli nella nostra testata. «Purtroppo è inevitabile che nei piccoli paesi ci siano meno possibilità. Una soluzione che potrebbe cercare di invertire la tendenza per noi giovani sarebbe avere degli spazi comuni realmente nostri e far nascere iniziative capaci di stringere i legami tra noi sulla base delle nostre passioni».

Samuele Marchi