Anche se non è un inverno piovoso, quello di quest’anno sembra particolarmente lungo alle tante famiglie colpite dall’alluvione dello scorso maggio, che ancora devono fare i conti con i danni portati dall’acqua, dal fango e dalle frane. E proprio a causa delle frane diversi residenti di Fognano non possono ancora rientrare nelle proprie abitazioni. La scorsa settimana un incontro nel circolo con il sindaco Pederzoli per rispondere alle tante domande dei residenti e dei proprietari di seconde case nelle quali c’è ancora tanto lavoro da fare. Tanti restano però gli interrogativi. «Sono sfollato da maggio. – ci racconta Marco Toschi, residente in via Rio Bagno – La strada che porta a casa mia è stata riaperta, anche se durante questi lavori ho perso terreni e giardino». Orto, piante e alberi non ci sono più e sul terreno franato inizia a crescere un po’ di vegetazione.

Dopo l’alluvione di maggio, il geologo ha dichiarato la casa ancora non agibile

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La strada che portava a Rontana è ancora chiusa. «Avendo il fiume vicino, la mia casa ha subito l’alluvione e ho dovuto ricomprare anch’io parte dell’arredo, ma per fortuna il muretto che avevo di fianco mi ha risparmiato dalla frana. Io provo a lavorare in modo autonomo e sono riuscito a liberare a mano il fianco casa della terra che era venuta da monte. La Regione ha dato il via sul poter togliere rami e tronchi senza toccare l’alveo se ostruiscono il corso del fiume e io sto cercando di fare una palizzata. Non posso però rientrare perché il geologo del comune ha dichiarato che la casa non è abitabile per condizioni esterne: finché non viene ripristinato il rio, io non posso tornare nella mia abitazione».

Solo per via Rio Bagno sono stimati 6,5 mln di euro di danni. E la manodopera non si trova

Come Marco anche tanti altri residenti o proprietari di seconde case della zona di Fognano e non solo. «Adesso si stanno facendo interventi in via Cavina e io spero che arrivino anche qua. La mole di lavoro è tanta e la forza lavoro non è aumentata. Si aspettano le risorse umane, 250 persone che dovrebbero velocizzare i lavori. La zona è disastrata. Solo per rio Bagno sono stati stimati 6 milioni e mezzo di danni tra frane a valle e a monte». Accanto al problema economico si pone anche il problema altrettanto concreto della mancanza di manodopera che allunga ulteriormente i tempi di intervento. «A parte la riapertura della strada non abbiamo saputo più nulla. Il rio però è tutto da rifare. I lavori sono stati commissionati al Consorzio, ma tutto procede progetto per progetto, frana per frana. Non ci sono tempistiche. Poi adesso siamo in inverno e questo non aiuta. Siamo tutti preoccupati. Io sono uno dei pochi residenti, ci sono di certo zone più abitate, ma si tratta comunque di seconde case in cui i proprietari aspettano di poter rientrare».

Letizia Di Deco