Si chiude il 2023, che in Romagna verrà ricordato come “l’anno dell’alluvione”. «A maggio, la rottura e la tracimazione delle acque di 21 fiumi contemporaneamente hanno provocato un’alluvione fluviale che ha riversato sul territorio una quantità d’acqua inimmaginabile», ricorda Stefano Francia, presidente del Consorzio di bonifica della Romagna, con cui abbiamo parlato delle operazioni di messa in sicurezza che il Consorzio ha realizzato in questi mesi e di quelle in programma. «È necessario fare una premessa. I Consorzi di Bonifica nascono per realizzare e gestire le opere di bonifica – spiega Francia – e irrigazione. Durante l’alluvione, in considerazione della situazione di grave emergenza, abbiamo cercato di far defluire l’acqua esondata dai fiumi verso il mare attraverso i nostri canali. Ovviamente, in seguito a quanto avvenuto, tutta la nostra rete è stata sottoposta a un forte stress ed ora è necessario lavorare anche sul potenziamento di questi canali».
Siccità e forti piogge: due volti dello stesso problema legato al cambiamento climatico
Il presidente del Consorzio sottolinea due macro temi che vanno tenuti presenti, per comprendere l’importanza degli interventi che dovranno essere realizzati nei prossimi anni: «il primo è quello della subsidenza. È stato calcolato un abbassamento di circa un centimetro l’anno sulla costa romagnola. Quindi tanti canali, che fino a pochi anni fa portavano l’acqua fino al mare, in modo naturale, in futuro avranno bisogno di idrovore per riuscire a riversare l’acqua in mare. Per fronteggiare questo problema è necessario investire sul potenziamento degli impianti idrovori e dei canali – prosegue –. Si tratta di processi e investimenti lunghi e impegnativi che si realizzano nel lungo tempo».
«Il secondo tema riguarda il cambiamento climatico – continua Francia – caratterizzato da eventi atmosferici di forte intensità, con lunghi periodi di siccità seguiti da forti piogge, che non sono altro che i due volti di uno stesso problema. È bene ricordare che nei mesi che precedettero l’alluvione, tutte le preoccupazioni erano rivolte ai rischi di dover affrontare un nuovo anno siccitoso come quello del 2022 e alle conseguenti difficoltà per l’irrigazione dei campi».
Serve un aggiornamento in base alle sfide dei cambiamenti climatici
Il presidente del Consorzio sottolinea che «la salute dei suoli è fondamentale e lo è anche l’irrigazione, poiché quando un terreno è in buona salute ha un grado di permeabilità maggiore rispetto a un suolo che ha sofferta la siccità. L’esempio lo abbiamo potuto vedere sui rilievi, dove il terreno arido non è stato in grado di assorbire l’acqua delle forti piogge ed è franato». «Come Consorzio dopo le operazioni di emergenza di maggio con la messa a disposizione delle idrovore, abbiamo iniziato i lavori di urgenza con il ripristino delle opere di bonifica – ricorda il presidente – cioè ri-sezionamento dei canali, ripresa delle frane dei canali, sistemazione degli impianti idrovori».
Dal 1996 il Consorzio ha svolto centinaia di interventi e investimenti piccoli e grandi” prosegue, sottolineando che «la bonifica è una grande opera antropica e ha bisogno di essere aggiornata in base ai cambiamenti climatici e all’antropizzazione e deve avere una prospettiva di lungo raggio, di 6 o 7 anni. Infatti per la ricostruzione abbiamo progetti già pronti da candidare per sistemare le infrastrutture e mettere il territorio in sicurezza. Alcuni erano in programma prima dell’alluvione». Questo è il tempo delle opere con urgenze e somme urgenze, spiega il presidente: «Si tratta di interventi fondamentali per portare la rete di bonifica alla condizione pre-maggio 2023. Ci siamo dati delle priorità di intervento per mettere il territorio in sicurezza fin da subito: gli escavatori lungo i canali per ripulire da melma e sedimenti portati dai fiumi. Stiamo risolvendo le criticità lungo gli argini danneggiati dall’alluvione e attendiamo il via libera a un altro progetto che permetterà di collegare gli impianti idrovori della Canala e della Cerba. Inoltre stiamo lavorando alla ricostruzione della parte elettrica dell’impianto della Canala». Per quanto riguarda gli interventi di ricostruzione, si tratta di lavori di potenziamento in prospettiva e saranno stabilite in base alle linee strategiche individuate da Regione Emilia-Romagna, Autorità di Bacino e Comune di Ravenna. «Infine attendiamo di conoscere le nuove ordinanze del commissario Figliuolo, per capire come intervenire in modo celere. Ad oggi il Consorzio ha un buon rapporto di collaborazione – conclude Francia – sia con il commissario alla ricostruzione che con la Regione e stiamo lavorando per riuscire a fare il maggior numero di interventi nel minor tempo possibile».
Sara Pietracci














