Spazio ai giovani o giovani che si riapproprino dei propri spazi? Un interrogativo che, soprattutto negli anni post pandemia, in tanti si pongono. Anche a Brisighella questo è un tema di discussione e per indagarlo meglio abbiamo voluto raccontare la realtà del Circolo Arci Ambra. Sono tantissime le attività che durante la settimana animano le sale di via Barduzzi: ballo liscio il sabato sera, la scuola di Giorgio e le magiche fruste, la tombola per gli anziani. «Abbiamo circa 90 iscritti» ci dice il presidente Viscardo Baldi.

Dalla tombola al ballo liscio allo yoga

Nel programma del circolo però ci sono anche attività pensate per i più giovani: «Abbiamo una convenzione con l’associazione Pigreco di Faenza che tiene qui un doposcuola e il cre estivo e ha in programma due nuovi corsi da gennaio destinati agli anziani: uno sull’uso dello smartphone e uno di inglese. C’è anche una volontaria europea della stessa associazione che ci appoggia nelle attività della tombola a cui qualche settimana fa ha fatto visita il nostro nuovo parroco don Marco Ferrini. La cosa ha fatto molto piacere a tutti e sarebbe bello avere una collaborazione anche con la parrocchia». Uno spazio quindi che viene messo a disposizione di quanti ne vogliano usufruire. Eppure sembra che i ragazzi siano pochi. «Le attività ci sono, ma manca la materia prima – dice Viscardo – manca l’iniziativa». Tra le proposte il martedì e il giovedì anche un corso di yoga. «Pur essendo Brisighella una piccola realtà, abbiamo un ottimo riscontro – ci dice l’insegnante Denise Galassini, presidente della scuola Libertao di yoga e arti marziali –. Abbiamo circa 45 iscritti. L’età media dei partecipanti ai nostri corsi è di 55-60 anni: il fatto che il circolo sia frequentato da persone grandi ha fatto sì che lo yoga potesse interessare anche coloro che altrimenti probabilmente non si sarebbero approcciati a questa disciplina». Anche qui mancano però giovani e giovanissimi.

Galassini: “non un problema di spazi ma di coinvolgimento dei più giovani”


«Non credo che sia un problema di spazi – dice Denise – quanto di coinvolgimento, anche se, se ci fossero più iniziative, probabilmente la situazione sarebbe diversa. Vedo che i corsi per bambini e adulti sono sempre molto frequentati, mancano gli adolescenti perché è difficile spronarli a uscire di casa. I ragazzi, fino a 14 anni vengono ai nostri corsi, poi preferiscono andare in palestra per conto proprio, ma spesso con un approccio sbagliato, per avere un fisico perfetto o fare i muscoli, e magari verso i 22 anni tornano a fare sport con uno spirito più sano. In un tempo iperconnesso in cui persino i compiti vengono assegnati su un registro elettronico, anche i genitori fanno fatica a far uscire di casa i ragazzi ed è difficile capire come e cosa fare». Proprio in questo tempo digitale in cui le esperienze concrete diventano virtuali gli adolescenti non possono essere assenti giustificati: occorre dar loro gli strumenti per tornare a essere protagonisti. Il compito allora è per gli adulti ed è quello di interrogarsi realmente sulle azioni e i mezzi che riempiono la vita dei ragazzi, sulle responsabilità di chi c’è e non di chi manca.

Letizia Di Deco