“L’attacco contro Israele e la reazione che ne sta seguendo, con un’escalation inimmaginabile, destano dolore e grande preoccupazione. Esprimiamo vicinanza e solidarietà a tutti coloro che, ancora una volta, soffrono a causa della violenza e vivono nel terrore e nell’angoscia”.
Lo scrive in una nota la Presidenza della Cei, che chiede “il pronto rilascio degli ostaggi” e si appella “alla comunità internazionale perché compia ogni sforzo per placare gli animi e avviare finalmente un percorso di stabilità per l’intera regione, nel rispetto dei diritti umani fondamentali”.
“Quella Terra che riconosciamo come Santa merita una pace giusta e duratura, per essere punto di riferimento di ‘fede, speranza e amore’. Troppo sangue è già stato versato e troppo spesso di innocenti. Alle famiglie delle vittime e ai feriti giunga il nostro conforto. In questo mese, dedicato alla preghiera del Rosario – conclude la Presidenza della Cei -, invitiamo tutte le nostre comunità a pregare per la pace: ‘Tacciano le armi e si convertano i cuori!’”.
Fonte Agensir
Hamas: “Pronti ad una lunga guerra”. 150 gli ostaggi israeliani a Gaza, oltre 900 le vittime. Nella Striscia invece sono 687 i morti palestinesi
Nel frattempo però è iniziato il quarto giorno di guerra e, durante la notte scorsa, sono stati oltre 200 gli obiettivi colpiti nella notte dalle Forze di Difesa Israeliane (Idf) nella Striscia di Gaza dove continuano i bombardamenti, soprattutto nelle zone di Rimal e Khan Yunis.
Fra i siti colpiti, secondo quanto riferito da fonti militari, anche un deposito di armi in una moschea, un grattacielo e un appartamento utilizzati da Hamas per lancio di missili, oltre ad altre installazioni militari.
In un briefing di questa mattina un portavoce dell’Esercito ha spiegato che le sedi del Parlamento e dei ministeri a Gaza “sono obiettivi legittimi dell’offensiva contro Hamas. Se c’è un uomo armato che lancia razzi a partire da lì, questi si trasformano in un obiettivo militare”.
Gaza è sotto assedio, senza forniture di cibo, elettricità e carburante
Attualmente Gaza è sotto assedio, interrotte le forniture di elettricità, cibo e carburante, in ritorsione all’attacco del 7 ottobre.
Nel frattempo l’esercito israeliano ha comunicato di aver ripreso “il pieno controllo” del confine con la Striscia di Gaza. “Nell’ultimo giorno non un solo terrorista è entrato attraverso la barriera” ha assicurato il portavoce delle Forze di difesa israeliane, Daniel Hagari. Tuttavia non si escludono altre infiltrazioni.
Da quando è iniziato l’attacco di sabato mattina l’esercito di Israele ha recuperato “circa 1.500 corpi” di miliziani di Hamas.
Cresce il bilancio delle vittime da entrambe le parti. Hamas pronta ad utilizzare gli ostaggi per ottenere il rilascio dei palestinesi detenuti in Israele
Con il passare delle ore si aggiorna, purtroppo, il bilancio delle vittime, riportato dai media israeliani: i morti in Israele sono più di 900, di questi 124 sono soldati e 37 agenti di polizia. I feriti ammontano a 2.600, di cui almeno 376 versano in gravi condizioni.
I morti palestinesi nella Striscia ammontano a 687, tra cui 140 bambini. Sono 3.726 i feriti, secondo l’ultimo conteggio del Ministero della Salute gazawo.
Alto il numero degli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas e della Jihad islamica: secondo l’ambasciatore israeliano presso le Nazioni Unite Gilad Erdan, sarebbero “tra i 100 e i 150″, un numero “senza precedenti che comprende anche cittadini americani”.
L’esercito di Israele ha fatto sapere di “avere informato oltre 100 famiglie che i loro parenti sono prigionieri di Hamas”. Il gruppo terroristico, per bocca di un suo membro in esilio in Libano, Ali Barakeh, citato da media internazionali, ha affermato che “Hamas è pronta ad una lunga guerra” e che “utilizzerà gli ostaggi per ottenere il rilascio dei palestinesi detenuti nelle carceri israeliane e statunitensi”.
Abu Obaida, portavoce dell’ala militare di Hamas, ha precisato che la sua organizzazione “non negozierà sugli ostaggi israeliani sotto il fuoco nemico. Israele dovrebbe essere pronto a pagare un prezzo elevato in cambio della libertà dei prigionieri”.
Davanti ad una escalation della guerra e a una possibile invasione di terra, Israele sta avvisando i palestinesi di lasciare Gaza per l’Egitto: “Il valico di Rafah è ancora aperto. Il consiglio è quello di uscire”.
Daniele Rocchi (Agensir)