Torna settembre e tornano a riempirsi i corridoi delle scuole. Non per tutti però questo significa un rientro alla normalità; c’è chi questa parola non la conosce più dal maggio scorso. E in fondo è dagli anni della pandemia che questo vocabolo suona stonato. Proprio per capire come è stato riprendere la scuola per i ragazzi e i docenti, abbiamo chiesto all’assessore all’Istruzione Martina Laghi, dopo la consueta visita alle scuole, di raccontarci questi primi giorni.

Intervista a Martina Laghi, ass.re Istruzione

Assessore, qual è il quadro delle scuole faentine in questo settembre di ripresa?
I ragazzi e i bambini sono tutti a scuola. Ci sono stati pochissimi trasferimenti di chi ha cambiato casa a seguito dell’alluvione. Le scuole hanno lavorato in estate per utilizzare al meglio i fondi arrivati e per ristabilire i servizi. I 90 bambini della scuola materna il Girasole di via Calamelli al momento sono al Tolosano, che per ospitarli al meglio ha adeguato i locali rifacendo i bagni e gli arredi. Anche le scuole elementari Pirazzini hanno già provveduto a ripristinare il cortile e gli arredi e, non avendo ancora a disposizione la palestra, hanno stretto un accordo con la piscina garantendo trasporto e frequenza ai ragazzi. Tutte le scuole hanno poi utilizzato le donazioni ricevute per permettere l’acquisto di materiale scolastico ai ragazzi colpiti dall’alluvione, tante scuole hanno anche potenziato molto lo sportello psicologico.

La scuola pubblica più colpita è il Girasole. Qual è la situazione oggi?
È nata una collaborazione con Hope, un’associazione umanitaria che si occupa della costruzione di scuole e ospedali, e si sta lavorando a un’idea preliminare per usare al meglio i fondi delle donazioni ricevute. Vorremmo un progetto che coinvolga insegnanti e genitori, così che venga fuori una scuola costruita da tutti. Il Girasole sarà proprio il simbolo della ripartenza.

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Nella ripresa anche alcune innovazioni come la Dada, didattica per ambienti di apprendimento. Come sta andando?

Sta andando bene, le scuole sono contente di aver adottato questa innovazione. Le scuole Pirazzini in modo strutturale dalla prima elementare, ma anche altre scuole di Faenza (tra cui Cova Lanzoni, San Rocco, Oriani, n.d.r.). L’idea della dada è quella di adattarsi in ogni attività all’esigenza della classe, usando spazi morbidi, polivalenti.

Quali sono le priorità di quest’anno scolastico?
I punti centrali da cui non si può prescindere sono due. Il primo è sicuramente, in accordo con le linee guida contro la dispersione, quello di arginare il fenomeno dell’abbandono scolastico. Occorre concentrarsi su azioni di orientamento il più efficaci possibili, lavorare sulla motivazione dei ragazzi, affrontare il tema della valutazione che crea spesso ansia nei ragazzi. Bisogna ridurre anche il più possibile le passerelle che vedono ogni anno tanti ragazzi cambiare scuola dopo pochi mesi dall’inizio delle lezioni. Secondo punto fondamentale, dopo pandemia e alluvione, è quello di stare accanto ai ragazzi nella gestione del trauma che hanno subito, sia a livello relazionale, sia nell’aver perso casa o in alcuni casi nell’aver persino rischiato la vita: molti ragazzi colpiti sono a disagio nel tornare a scuola perché si vergognano di non avere normalità a casa. Stiamo attenti perché non è tutto finito, la ripresa ha bisogno di attenzione costante. La scuola accompagni questi ragazzi che a casa hanno ancora situazioni molto difficili.

Letizia Di Deco