ltre a innumerevoli altri dossier, l’alluvione di metà maggio ha aperto un tema, quello della casa. L’impatto sul mercato immobiliare è già evidente, spiega Ivan Venturini, presidente di Fimaa regionale e di Ravenna, la Federazione dei mediatori (soprattutto agenti immobiliari) aderente a Confcommercio. «Pensi solo a cosa ha significato l’arrivo dell’acqua su immobili per i quali era già stata firmata una compravendita e che attendevano il rogito», spiega per dare un’idea. Il fenomeno non è residuale: si parla di alcune centinaia in Romagna. Sottolinea: «In questi casi devono lavorare i tecnici per quantificare i danni, non solo quelli visibili ma anche quelli che potrebbero esserci. In base a questo, ci si rimette a sedere e si tenta di trovare una mediazione sul prezzo ma non è semplice. Contratti che sono saltati».

Le case delle aree alluvionate perdono valore dal 20 al 30%

Ma il tema è molto più vasto. Venturini stima che la perdita di valore degli immobili nelle aree più colpite dall’alluvione vada dal 20 al 30%. «In generale ci attendiamo un rallentamento di tutto i mercato, in parte fisiologico dopo gli ultimi anni di boom, ma l’alluvione incide». I fattori sono diversi: anzitutto l’aumento dei mutui che ha fatto lievitare le rate mensili di oltre il 40%, poi il costo della vita e il conseguente impoverimento delle famiglie, il calo degli incentivi alle ristrutturazione e la diminuzione dello stock degli immobili disponibili. Su tutto questo, è arrivata poi l’alluvione: «Chi stava pensando di vendere in una delle zone alluvionate, ora è in difficoltà». Per queste famiglie, il consiglio di Venturini è quello di fare i lavori essenziali e abbassare le aspettative sul prezzo dell’immobile: anche ristrutturando in modo approfondito e magari con finiture particolari, «il fiume non si sposta. La diminuzione del valore di queste case c’è e possiamo stimarlo in una media del 25%. Per fortuna non in tutte le aree colpite». Nonostante tutto, però, il presidente di Fimaa non parla ancora di crisi del settore: «Dopo anni di boom, ci aspettiamo e abbiamo già visto un rallentamento del mercato ma la domanda continua ad esserci. Vendiamo soprattutto sulla carta, immobili nuovi perché i costi delle ristrutturazioni sono aumentati e in tanti sono rimasti scottati dalle dinamiche ingenerate dagli incentivi». C’è invece un settore che non può dirsi in crisi ma è tecnicamente fermo, soprattutto a Ravenna e Faenza, quello dell’affitto. «Dal bilocale all’appartamento di lusso, che significa da affitto mensile di 500 a uno di 1500 euro, gli immobili si affittano al massimo in 10 giorni da quando pubblichiamo l’offerta. E per ognuno abbiamo decine di richieste». Case in affitto? Semplicemente non ci sono, dice Venturini, «un po’ perché i proprietari non sono interessati o sono rimasti scottati da precedenti esperienze, un po’ perché il mercato dei b&b ha sottratto immobili al mercato dell’affitto e anche perché è aumentata la richiesta». Che resta però insoddisfatta: insegnanti, infermieri, studenti, lavoratori precari o per limitati periodi di tempo semplicemente non trovano dove stare in affitto. E, tra loro, purtroppo anche i proprietari di case alluvionate che necessitano di una sistemazione temporanea.