Non si cercano colpevoli, ma chiarimenti. Questo il senso della lettera dell’Assemblea Generale dei comitati dei cittadini alluvionati in Romagna – che comprende realtà di Faenza, Forlì, Cesena – inviata al presidente della Repubblica Mattarella, alla presidente del consiglio Meloni e al presidente della Regione Bonaccini. “Come cittadini – si legge nella lettera – il nostro interesse è quello di tornare ad una vita sicura, quanto più possibile protetta da fenomeni naturali come quelli che ci hanno colpito. Riteniamo quindi importante approfondire le lacune che ci sono state e ci interroghiamo sul ruolo che la gestione del territorio dei passati decenni possa aver avuto nel rendere la Romagna tanto vulnerabile a eventi come questo. Nell’esprimere queste considerazioni non cerchiamo colpevoli, compito che spetta esclusivamente agli organi preposti. Cerchiamo però chiarimenti circa le cause che hanno portato le alluvioni del 3 e 16 maggio ad avere un impatto tanto devastante sui nostri territori, sulle nostre imprese e sulle nostre vite. Solo comprendendo cosa è accaduto e cosa non ha funzionato, si può fare in modo che i problemi e le mancanze di ieri non rimangano identici domani e ci si possa tutelare dal verificarsi di episodi analoghi”.

La lettera redatta dall’Assemblea generale dei comitati dei cittadini alluvionati in Romagna

Il Decreto-legge n.61 del 1 giugno 2023, “Interventi urgenti per fronteggiare l’emergenza provocata dagli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023”, poi convertito mediante Legge n.100 del 31 luglio 2023, ha previsto lo stanziamento di 4,5 miliardi di euro a disposizione del Commissario straordinario all’emergenza gen. Francesco Paolo Figliuolo. “Quest’ultimo – prosegue la lettera dell’assemblea – ha più volte pubblicamente chiarito che i fondi a sua disposizione hanno come vincolo di destinazione quello di essere utilizzati per la ricostruzione, da intendersi come messa in sicurezza dei territori mediante lavori su infrastrutture e opere pubbliche. Ci chiediamo quindi quando verrà stanziata una cifra dignitosa a disposizione invece dei nuclei familiari colpiti, dal momento che 120 milioni di euro risultano essere troppo pochi. La drammaticità della situazione impone uno stanziamento di fondi adeguato e immediato. Sono insufficienti il contributo di autonoma sistemazione e il contributo di immediato sostegno e dopo tre mesi dagli eventi, è inaccettabile che a molte famiglie non sia ancora arrivato alcun aiuto economico. Ciò rischia di sfociare in una crisi economica e sociale senza precedenti, considerando la numerosità delle realtà imprenditoriali e commerciali colpite e i posti di lavoro coinvolti. Particolarmente per quelle fasce di popolazione già in difficoltà prima dell’alluvione, per le quali ad oggi è impossibile immaginare di rialzarsi e ricominciare. Il Cis risulta assolutamente insufficiente, a maggior ragione, vista la sua scadenza a fine ottobre: per molte famiglie sarà impossibile aver terminato e fatturato i lavori per allora, considerata la mancanza di liquidità, ma anche le difficoltà delle imprese del territorio a far fronte alle numerose richieste. Occorre quindi prevedere una nuova misura di sostegno, che parta da una puntuale ricognizione dei danni. Senza quest’ultima, risulta complesso comprendere sulla base di quali dati possano essere fatte opportune valutazioni per decidere circa lo stanziamento di fondi. In merito a ciò, segnaliamo l’esigenza che le perizie necessarie siano finanziate dagli enti pubblici e non a carico dei cittadini, a maggior ragione con un contributo di soli 750 euro”.

Serve una normativa unica per le emergenze, altrimenti la burocrazia rallenterà sempre la ripresa

“Inoltre – prosegue la nota dell’assemblea – chiediamo urgenti chiarimenti sulle modalità di redazione delle relazioni ricognitive dei danni subiti dalla popolazione, per individuare criteri chiari che permettano ai tecnici di accelerare la ricostruzione. La nostra preoccupazione riguarda inoltre la possibilità che eventi come questo possano ripetersi; solo tra il 2022 e il 2023 sono avvenuti quattro episodi alluvionali in Italia, per un totale di 41 vittime. Questi episodi sono sempre più assimilabili, per entità e quantità di danni, agli eventi sismici. Chiediamo quindi che venga implementata una normativa unica per le emergenze, in cui si disciplini la fattispecie delle alluvioni in maniera analoga a quanto avviene per i terremoti. Senza una regolamentazione chiara e puntuale delle procedure da attivare in fase di gestione dell’emergenza e in fase di ricostruzione, a ogni evento alluvionale si dovrà far fronte alle problematiche che abbiamo visto in questi mesi: incertezza sulle procedure da seguire, modulistica lacunosa e burocraticamente impegnativa. Ciò rallenta la ripresa e grava ulteriormente su una popolazione già fortemente provata. In conclusione, ci appelliamo a Voi per una ricostruzione che sia equa, trasparente ed ecologica, che ripensi in modo completamente nuovo alla sicurezza del territorio, con un approccio lungimirante; che tenga conto delle persone più fragili attraverso sistemi di welfare in grado di individuarle, accompagnarle e sostenerle; che pensi a tutelare le persone dall’inauspicabile ma concreta prospettiva di una crisi economica e sociale senza precedenti, con inevitabili ripercussioni sul tessuto nazionale. Questo appello a un Vostro autorevole intervento è espressione del grande disagio che attraversa i nostri territori. Auspichiamo quindi una vostra presa di posizione in supporto alla popolazione romagnola”.