Inizia a muovere i primi passi la Faenza del dopo alluvione. Il 10 luglio la Biblioteca Manfrediana ha riaperto le porte al pubblico riadattando gli spazi. L’alluvione ha colpito le sale danneggiando la sezione Ragazzi, la sezione Letteratura che comprendeva testi critici e letterari, narrativa classica e moderna, poesia, drammaturgia e libri in lingua e di viaggi. «Tutto ciò che si trovava sotto 1,40m è andato perso – ci dice la direttrice Daniela Simonini – si tratta di oltre 10mila volumi, due terzi della Sala Ragazzi, un terzo di libri in lingua. Non abbiamo ancora potuto fare una stima precisa».

La conta dei danni e i libri donati

Se sono tanti i libri persi sono però tanti anche i libri donati. «Dopo i primi giorni di pulizia in cui abbiamo recuperato il possibile abbiamo iniziato a riorganizzarci”». Due le iniziative che hanno permesso di riconquistare parte del patrimonio perso: Un libro sospeso e Riapriamo le sale alluvionate della Biblioteca. Tante le realtà che hanno aderito, tra cui librerie indipendenti della Romagna ma anche fuori regione. «Molti hanno lavorato in autonomia donandoci libri nuovi con cui abbiamo deciso di riaprire. Tantissime le donazioni, tra queste quella delle farmacie comunali di Ferrara, di aziende locali e milanesi e scuole. Saranno a disposizione solo libri nuovi per dare segnale di rinascita. Ci occuperemo anche dei libri danneggiati per ricollocare tutto. La sezione letteratura sarà in ordine alfabetico, rispettando la divisione per generi». Oltre ai danni materiali delle perdite di libri ci sono anche ingenti danni legati ai locali. Dall’impianto elettrico ai muri, dai computer alle porte, all’ascensore. «La stima e di centinaia di migliaia di euro» dice la direttrice, «La situazione quindi resta abbastanza complessa e in divenire. Abbiamo però deciso, come segnale di ripartenza, di riaprire e non chiudere più per tutto il periodo estivo. Probabilmente solo nel ponte di Ferragosto chiuderemo per la solita sanificazione dei locali».

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I primi passi verso il futuro

Si muovono quindi i primi passi e si inizia già a parlare di futuro. «Stiamo ancora riflettendo. La priorità adesso per noi era aprire, metterci a disposizione della cittadinanza. Riflettiamo con l’amministrazione e riapriremo le sale. Non ci sono dubbi. Per quanto riguarda le modalità dobbiamo considerare anche disponibilità finanziare e del comune». Resta quindi da immaginare un futuro, un dopo alluvione che possa rendere quel che è successo l’inizio di un secondo tempo. In questa fase, come nelle emergenze, la cultura ha conservato il suo posto. «Ritengo che la cultura debba avere uno spazio e un ruolo sempre, ma capisco le esigenze dei cittadini che hanno perso tutto e le loro priorità. Dopo il 9 maggio avevamo realizzato una mostra e un concerto dedicati a Liverani per aiutare nella rinascita di Faenza e della Romagna. Questo sarà il nostro ruolo: aiutare Faenza a riprendere la sua strada e rinascere».

di Letizia Di Deco