Tra le realtà che stanno provando a ripartire dopo l’alluvione c’è anche la Palestra Lucchesi, che è diventata ormai un simbolo di ciò che ha subito la città nello scorso mese di maggio, essendo stata pesantemente colpita dal doppio evento alluvionale. La storica palestra, situata in via Cimatti, è la sede della società di lotta Club Atletico Faenza che vanta più di 100 anni di storia e ha reso celebre la città, in ambito sportivo, a livello internazionale. Alla Lucchesi sono cresciuti tanti atleti olimpici, tra cui spicca Vincenzo Maenza, medaglia d’oro a Los Angeles 1984 e a Seul 1988. Con il presidente Gianni Morsiani abbiamo dunque fatto il punto in merito alla ripartenza dell’attività.
Intervista al presidente Gianni Morsiani
Presidente Morsiani, come procedono al momento i lavori all’interno della palestra?
Al momento più che di Palestra Lucchesi dobbiamo parlare del Cantiere Lucchesi. Innanzitutto, in autonomia e con le nostre forze, siamo riusciti a pulire gran parte della pavimentazione e dei muri. L’85% della palestra è libera e pulita.
A quanto ammontano i danni?
Per sistemare l’intero stabile la cifra è davvero ingente: si parla di 1/1,5 milioni di euro. L’area wellness è completamente da buttare e anche l’area destinata al crossfit è devastata. La palazzina che ospitava uffici e spogliatoi è inutilizzabile perché il tetto è compromesso e ogni volta che piove l’acqua entra. Inoltre ci sono 2mila metri quadri di pavimenti da ripristinare e anche l’impianto elettrico e di riscaldamento sono completamente da rifare.
Da cosa state dunque cercando di ripartire?
La priorità assoluta ora è ricominciare con le nostre attività istituzionali, che sono il nostro core business.
Gli sforzi sono dunque concentrati interamente sul ripristinare il salone, per renderlo di nuovo un luogo accogliente e salubre. In questo modo, verosimilmente a settembre, vorremmo ripartire con tutti i corsi dedicati ai bambini e con la lotta e la ginnastica per tutte le fasce d’età.
Avete preso in considerazione l’idea di spostare la vostra sede?
Sì, abbiamo valutato di spostarci in virtù di quanto successo il 2 e il 16 maggio scorsi ma non ci sembra la soluzione migliore. Innanzitutto la Lucchesi è un’istituzione a livello non solo comunale, ma anche nazionale e internazionale, con una lunghissima tradizione. Stiamo parlando di un centro federale di primaria importanza, che ha formato tanti atleti olimpionici. In questo momento, due ragazzi cresciuti nel vivaio andranno ai campionati europei di categoria ed Enrica Rinaldi, cresciuta proprio alla Lucchesi, si sta preparando per Parigi 2024.
Inoltre vogliamo fare da traino per una zona, quella di via Cimatti e limitrofe, che sta soffrendo molto in questo momento ed è fortemente spopolata. Grazie all’attività sportiva e al coinvolgimento dei bambini vogliamo aiutare questa zona a tornare a vivere.
Cosa potrebbe aiutare un’istituzione come la vostra e, più in generale, il settore sportivo, a ripartire?
Indubbiamente le istituzioni devono aiutarci, sbloccando i fondi necessari il più rapidamente possibile. Le premesse sono incoraggianti comunque, sentiamo la Regione e l’Amministrazione comunale molto vicini: in questi giorni sono stati fatti diversi sopralluoghi e si sono resi conto della gravità della situazione. A livello ministeriale sono stati stanziati cinque milioni di euro per le strutture sportive colpite ma tante questioni non sono ancora state definite: non è chiaro se la somma sarà poi incrementata, chi la gestirà e quali saranno le modalità di distribuzione. Essendo una realtà che propone corsi per bambini e attività dedicate a persone con disabilità e ha dunque anche un risvolto sociale, la speranza è che tutto questo possa essere riconosciuto come un valore, ai fini della determinazione dell’indennizzo a cui abbiamo diritto.
di Samuele Bondi