Brisighella e Faenza erano diventati un miraggio per i residenti di San Cassiano. Il primo pensiero alla riapertura della strada provinciale 302 è stato: Finalmente. Dal 17 giugno scorso è possibile transitare a senso unico alternato nella strada che era stata colpita da una frana. Dopo un mese di isolamento, San Cassiano e San Martino in Gattara sono tornati a collegarsi con la pianura. Trenta giorni complessi: all’inizio la mancanza di servizi fondamentali come l’acqua e l’elettricità, così come viveri e assistenza sanitaria. Poi la frustrazione di sentirsi bloccati, senza possibilità di programmare il futuro. In questo contesto precario, a rappresentare uno dei luoghi di incontro fondamentali per la popolazione è stata la cooperativa di comunità del Camino Verde. Qui è stato possibile garantire diversi servizi e si è fatto squadra in attesa che la viabilità si sbloccasse. «A un certo punto stava subentrando la rabbia – commenta Gian Franco Zaccherini, presidente della cooperativa – specie quando vedevamo riaprire molte strade attorno a noi,ma non la provinciale 302. La notizia della riapertura è stata accolta come una liberazione».

Gian Franco Zaccherini: “La montagna non va abbandonata”

In tanti, appena dopo la chiusura della strada, si sono stretti attorno alla cooperativa. «I primi giorni dopo la frana non sono stati facili – ricorda Zaccherini -. San Cassiano era senz’acqua. Noi abbiamo potuto metterla a disposizione, così come diversi viveri e l’elettricità, avendo un gruppo elettrogeno autonomo. Quando si sta bene, tutti credono di essere autonomi, ma quando iniziano a mancare acqua e corrente si va nel panico. Questa situazione ci ha fatto capire che abbiamo bisogno degli altri e di luoghi come il nostro, capaci di unire. E come cooperativa di comunità ci siamo messi a disposizione, dando aiuto là dove c’era bisogno, grazie ai nostri soci che con i fuoristrada potevano raggiungere le famiglie più in difficoltà». I giorni successivi diversi operatori della Protezione civile avevano il Camino Verde come sede. Qui era ospitato anche il medico: il suo ambulatorio a San Cassiano era da tempo inagibile e prestava servizio a Brisighella. Con la chiusura della strada, si è però trovato il Camino Verde come nuova soluzione.

Oltre al passato, si guarda però anche al futuro. I problemi della valle non sono risolti ora che si è riaperta la strada. «Spero che i nostri governanti abbiano capito che se la collina e la montagna non vengono presidiate a rimetterci saranno tutti – continua Zaccherini -. Servono aiuti per continuare a tenere vivi questi territori e far sì che non siano abbandonati, perché è da qui che partono problemi che poi arrivano alla pianura». L’alluvione ha poi rallentato alcuni progetti della cooperativa. «Abbiamo acquistato il 70% delle attrezzature per montare la cucina, ma non siamo ancora riusciti a portarle a San Cassiano per la chiusura della strada. Sicuramente c’è stata una perdita di fatturato importante, dato che il transito lungo il paese è stato nullo. Però ci rimbocchiamo le maniche. Poi abbiamo avuto dei ritardi, ma non dovuti all’alluvione, per l’installazione dell’internet point. Questi problemi sono nati da questioni burocratiche: avevamo già l’ok dal Comune, ma quando le pratiche sono passati alla Romagna faentina tutto si è rallentato». Nonostante tutto, «i segnali positivi ci sono: nel cda della cooperativa sono subentrati quattro nuovi soci abbastanza giovani e siamo arrivati a essere in tutto 58».

Samuele Marchi