Lo scorso 16 giugno l’Area Liberale di Faenza ha organizzato una conferenza stampa per far conoscere le proprie posizioni in merito alla situazione emergenziale del post alluvione. A parlare Gabriele Padovani che ha messo in evidenza l’urgenza di una prevenzione e previsione di questi fenomeni che, seppur in misura minore, si teme possano riverificarsi in futuro dando prova di un cambiamento climatico senza precedenti.

Padovani: centrale la pulizia degli alvei dei fiumi

«Non ha senso puntare il dito contro la cementificazione – ha detto Padovani -. Sappiamo che l’urbanizzazione è un fenomeno che influisce su certi eventi ma non può essere un impedimento per la prevenzione». Centrale per il consigliere la pulizia degli alvei dei fiumi. «L’acqua se scorre con maggiore velocità defluisce meglio, ma questo è possibile solo con alvei puliti. O si diminuisce la sezione del fiume o si aumenta la sua velocità o si costruiscono casse di espansione che però da sole non bastano e non possono essere considerate l’unica soluzione. Non è assolutamente vero che pulire gli argini possa avere un effetto erosivo».

Quattro fasi: prevenzione, previsione, emergenza, ricostruzione

Dopo aver definito questo, Padovani riprende il piano operativo necessario al momento identificando quattro fasi. «Quella della prevenzione e della pulizia degli alvei dei fiumi è la prima fase, segue poi una seconda fase di previsione di questi eventi, anche di eventuali eventi di minore portata che comunque creano preoccupazione, in cui è necessario considerare il fattore tempo per gestire al meglio la situazione. Infine una terza fase che è quella dell’emergenza, sulla quale poi ci sarà da analizzare gli interventi e una quarta fase è quella della ricostruzione. Per quest’ultima sono fondamentali gli aiuti della Regione e del Governo. Quella di 8,8 miliardi di euro di danni è una stima veritiera e probabilmente per difetto. Avere un commissario serve poco senza soldi». Chiude poi con un’osservazione politica: «Il Consiglio comunale del 22 giugno è stato spostato al 12 luglio e questo non è un bene», dice Padovani. «Se non ci fosse stato il Consiglio straordinario non ce ne sarebbero stati in questa fase emergenziale. Penso sia un sottrarsi da responsabilità – conclude Padovani -. Le opposizioni così devono ricorrere a comunicati stampa o conferenze stampa per farsi ascoltare».

di Letizia Di Deco