Dopo i tre anni di sospensione causa emergenza sanitaria, al liceo Torricelli-Ballardini di Faenza si è svolta la decima edizione del concorso dantesco intitolato alla docente faentina Lia Leonardi Castellari. L’edizione 2023, rispetto alle precedenti, ha aperto la partecipazione anche alle studentesse e agli studenti del Liceo Michelangiolo di Firenze, in nome della figura del prof. Arles Santoro, già docente della prof.sa Lia Leonardi presso il liceo faentino e poi preside presso il liceo fiorentino. La premiazione si è svolta a Faenza mercoledì 7 giugno alle 10.30.

I vincitori Riccardo Antonellini e Giulia De Cesare

Il primo premio ex aequo è stato dato a Riccardo Antonellini (3AC Classico – Liceo Torricelli–Ballardini) e Giulia Di Cesare (4B Liceo Michelangiolo). Il terzo posto è andato ad Alessia Prunecchi (3B Liceo Michelangiolo); il quarto posto a Dario Dell’Anna (5A Liceo Michelangiolo). Quinto classificato Lapo Albizi (5B Liceo Michelangiolo), sesto posto per Simona Farneti (3AL Linguistico – Liceo di Faenza).

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Simona Farneti, sesta classificata

Tra gli elaborati menzionati figurano quelli di Bianca Sassoli De’ Bianchi (5AC Classico – Liceo di Faenza) e Luca Billi (3AS – Scientifico – Liceo di Faenza).

Ai vincitori del primo premio, assegnato a pari merito, a uno studente del Liceo Michelangiolo e a uno studente del Liceo Torricelli-Ballardini di Faenza, e agli altri premiati di entrambi i Licei le più vive congratulazioni della commissione composta dal notaio Paolo Castellari, in rappresentanza della famiglia Leonardi Castellari, dalla Dirigente scolastica del liceo Michelangiolo di Firenze Rita Gaeta, dai proff. Silvia Berdondini, Iside Cimatti e Luigi Neri in rappresentanza del liceo Torricelli- Ballardini di Faenza”.

Di seguito riportiamo il discorso integrale del notaio Paolo Castellari, ideatore dell’iniziativa.

Il discorso del notaio Paolo Castellari

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Care ragazze e ragazzi, gentili Signore e Signori,

oggi premiamo i vincitori del concorso dantesco Prof. Lia Leonardi Castellari tenutosi durante due alluvioni, di cui la seconda, catastrofica. Desidero ringraziare le dirigenti Scolastiche Prof. Rita Gaeta, e Paola Falconi, i membri della Commissione, Prof. Silvia Berdondini, Prof. Iside Cimatti e Luigi Neri, per avere, con la loro instancabile attività, permesso lo svolgimento del concorso che si tiene per la prima volta tra due scuole, il Liceo Michelangiolo di Firenze e il Liceo Torricelli Ballardini di Faenza.

Assieme alle immense devastazioni portate dalla furia di acqua e fango, per il cui superamento occorreranno anni di infaticabile lavoro e di fede incrollabile, celebriamo i valori positivi che sono emersi da questa alluvione.

In primo luogo, una ritrovata fraternità tra le persone, la fraternità di papa Francesco. E’ la persona, in quanto figlia di Dio, e non la stirpe, l’appartenenza a un gruppo etnico o a una comunità nazionale, a essere destinataria di diritti universali, di tutela e protezione. È l’uomo in quanto tale, non solo in quanto appartenente a una nazione, in quanto cittadino, a essere portatore di dignità e di diritti, secondo la visione di Manzoni recentemente citata dal Presidente Sergio Mattarella. In tema di evoluzione della lingua, come l’Italia è profondamente debitrice al Manzoni, così Manzoni è debitore a Firenze essendo andato “a sciacquare i panni in Arno”. Dante e Manzoni hanno avuto un ruolo fondamentale nell’unificazione linguistica, sociale e culturale del Paese.

Le persone che volontariamente e per puro spirito di solidarietà si sono prodigate con tutte le loro forze per aiutare chi era in difficoltà, sia spiritualmente sia materialmente, hanno compiuto un lavoro gigantesco, per il quale non si potrà mai abbastanza dire loro grazie. Io, che ho avuto la casa e lo studio allagati da circa 1,5 metri di acqua, posso con cognizione elogiarli, in maggioranza giovani venuti da tutta Italia e anche da altri Paesi, avendoli visti all’opera, coperti di fango dalla testa ai piedi, pulire, spalare il fango, scendere nelle cantine e compiere un’opera colossale senza la quale non avremmo potuto salvarci.

Ci sono poi i rappresentanti delle Istituzioni che, nell’ora più buia, hanno dato il meglio di loro stessi per salvare vite umane e per far sì che questa catastrofe non assumesse proporzioni ancora più spaventose.

E ci siete Voi, studentesse e studenti e docenti delle scuole faentine, che siete stati a spalare il fango. Avete messo in pratica le parole di Piero Calamandrei: la scuola come seminarium rei publicae, una scuola del carattere, formatrice di coscienze. Avete dimostrato, non indifferenza, ma grande impegno per il bene comune, come fece Dante Alighieri, sia nella sua azione politica a Firenze prima dell’esilio, sia nelle sue opere più politiche, il De Monarchia e la Commedia stessa.

Ho letto attentamente i temi dei partecipanti al Concorso, che denotano impegno, passione, e non comuni capacità di far dialogare cultura classica e moderno/contemporanea, confermando l’inesauribilità dell’opera dantesca.

Voglio poi ricordare la vicinanza affettuosa manifestata al liceo faentino dalla Dirigente e dai docenti del liceo di Firenze.

Ricordo un verso dell‘VIII Canto dell‘Inferno dove si parla di fango:

Mentre noi corravam la morta gora,

dinanzi mi si fece un pien di fango,

e disse: “Chi se’ tu che vieni anzi ora?”.

E’ Filippo Argenti, fiorentino, di temperamento violento e arrogante, e di corporatura forte.

Mi auguro che questa edizione del concorso dantesco, nata per ricordare la Mamma, Prof. Lia Leonardi Castellari e il Prof. Arles Santoro, possa essere l’occasione per stabilire rapporti di collaborazione sempre più proficui, tra i due Licei, Torricelli Ballardini e Michelangiolo, al fine di attuare quelli che erano i principi fondamentali dell’opera di don Lorenzo Milani. Recentemente il Presidente Sergio Mattarella li ha ricordati: la scuola come luogo di promozione e non di selezione sociale; la scuola come leva per contrastare la povertà. Anzi, le povertà. Non a caso oggi si usa l’espressione “povertà educativa”. Da Barbiana, nel Mugello (teatro delle Novelle boccaccesche di Buffalmacco e Calandrino e di Giotto e Forese da Rabatta che ogni tanto mia Madre mi citava, conoscendole pressoché a memoria) viene un messaggio ancora profondamente attuale. Dice il Presidente Mattarella: “Aveva – come si vede – un senso fortissimo della politica don Lorenzo Milani. Se il Vangelo era il fuoco che lo spingeva ad amare, la Costituzione era – mi permettano i Cardinali presenti – il suo vangelo laico. “Ho imparato che il problema degli altri è eguale al mio. Sortirne insieme è la politica. Sortirne da soli è l’avarizia”.”

E anche voi care studentesse e studenti, e docenti, avete dimostrato, spalando il fango, un senso fortissimo della politica.

Auspico poi che questo concorso sia occasione per rapporti sempre più stretti tra le due città. Firenze e Faenza hanno molto in comune. Una Ferrovia, tra le più antiche d’Italia, che le unisce attraverso Marradi, città del Marrone e del Castagno, pilastro dell’economia di montagna in tempi più frugali, e del Poeta Dino Campana, oggi percorsa dal Treno di Dante, e anche una corsa a piedi la 100km del Passatore. Poi, l’aver vissuto un’alluvione, con quei ricordi indelebili di terrore, fango, devastazione, ma anche solidarietà e rinascita.

E ancora, le figure luminose di due sindaci. Antonio Zucchini, sindaco di Faenza tra il 1920 e 1923, che subì la violenza fascista, ma non perse mai la propria coerenza, e il cui motto era Nihil violentiae, multum vero iustitiae (nulla alla violenza, tutto alla giustizia), e Giorgio La Pira, sindaco di Firenze negli anni 50 e 60, il “sindaco santo”. Due cattolici integrali (non integralisti) che colsero nella dottrina sociale ispirata dal Vangelo, il fondamento di una socialità e di una democrazia strutturate dai principi della libertà legata alla verità, della fraternità, dell’uguaglianza e della giustizia, fautori di una linea politica aperta alle esigenze del cattolicesimo sociale e sempre schierata dalla parte degli ultimi e delle fasce più fragili della popolazione. Una testimonianza integrale di fede, l’amore per i poveri e gli emarginati, il lavoro per la pace caratterizzò sempre la loro attività.

E, ancora, un grande amore per la Cultura e l’Istruzione. Oggi ricordiamo queste due figure, la Mamma, Prof. Lia Leonardi Castellari e il prof. Arles Santoro, unite da una instancabile dedizione verso la Scuola, da un amore profondo per l’arte e la cultura e per gli studi danteschi. Dante Alighieri, fulcro della cultura fiorentina, con la sua dimensione universale, comprende in sé qualunque persona e luogo del Mondo. Il regista ravennate Marco Martinelli in The Sky over Kybera è riuscito a far rappresentare la Commedia da ragazze e ragazzi che vivono in un quartiere povero di Nairobi. La Mamma aveva ben compreso questo aspetto. Quando portava a mia Sorella e a me da piccoli a Firenze per mostrarci le opere di Giotto, Brunelleschi, Masaccio, Beato Angelico, Michelangelo, etc, etc., o quando, mentre cucinava, citava un verso della Divina Commedia, che conosceva praticamente a memoria, ci rendeva cittadini del Mondo.

Questo concorso serve anche a trasmettere alle future generazioni, i Suoi valori di sensibilità umana, amore per la famiglia, la scuola, la cultura e la vita, cui dovremo sicuramente ispirarci nella ricostruzione della nostra città. Grazie.

Paolo Castellari