Mercoledì 28 maggio si è riunita la Commissione permanente 3 del Comune di Faenza, dedicata al tema alluvione, alla presenza degli assessori Bosi ed Ortolani.

 Tra gli aspetti rilevanti portati dai Commissari all’attenzione dell’Amministrazione – spiega Stefano Bertozzi, capogruppo Fdi in consiglio comunale – c’è stata la questione delle utenze (in particolare acqua) e della tariffa rifiuti per tutte le famiglie alluvionate.
 E’ un fatto – prosegue Bertozzi – che la quasi totalità delle famiglie e delle imprese alluvionate si ritroveranno nei prossimi mesi, finito il periodo di sospensione, a dover sostenere costi esorbitanti per il consumo di acqua legato alle operazioni di pulizia delle proprie abitazioni e/o attività.
In alcuni casi gli stessi soccorritori si stati costretti ad utilizzare utenze domestiche per gli interventi in emergenza, l’acqua è stata utilizzata abbondante per pulire e sciogliere il fango, per cercare di rientrare nelle proprie case, per cercare di porre un minimo rimedio al disastro. 
 Ciò che accadrà è che oltre al danno anche la beffa: i faentini alluvionati pagheranno a caro prezzo ciò che sono stati costretti a fare per colpa di un fatto calamitoso.
 

L’Assessore Ortolani – prosegue il capogruppo Fdi a Faenza – ha spiegato in maniera formalmente ineccepibile il meccanismo alla base della tariffa, ribadendo che deve coprire il 100% del costo, ha spiegato il ruolo di Atesir, e i tempi che saranno necessari per arrivare ad un possibile, auspicabile, ma per nulla certo sconto, che nella migliore delle ipotesi diventerà reale non prima di fine 2024.
 

Ciò che invece è rimasto ai margini fino a quando non è stato richiamato dal sottoscritto è il ruolo di Hera Spa.
 Se il meccanismo della tariffa è fisso e normato, come giustamente ha sottolineato Ortolani, quello che invece è possibile fare subito è un intervento diretto dell’Amministrazione Comunale – spiega Bertozzi – che ristori con un “bonus” gli extra-costi sostenuti dai cittadini alluvionati per il consumo di acqua.

Integrale, non integrale, a tutti, solo alla fascia più bisognosa della popolazione, sono tutte questioni che possono essere affrontate nel dettaglio in un secondo momento, ciò che conta è far passare il concetto.
Chiaro che questo apre un problema di copertura finanziaria ed è qui che entra in gioco il ruolo di Hera Spa.
 

La multiutility emiliano-romagnola, partecipata in maniera determinante da tanti dei comuni alluvionati, da questa situazione emergenziale sta ricavando profitti extra. 

I servizi di pulizia, spazzatura, raccolta, smaltimento rifiuti che vengono erogati fuori dai capitolati di gara attualmente attivi non sono fatti “al costo” ma contengono quote di profitto, legittime nulla da questionare, ma si tratta di profitti aggiuntivi legati ad un fatto calamitoso.
Hera Spa per la natura stessa del proprio azionariato di controllo, per la storia che si porta dietro e per gli obblighi morali che ha, o per lo meno dovrebbe avere, nei confronti del territorio, dovrebbe restituire alle popolazioni alluvionate quei profitti extra che sta incamerando.
 Diversi sono i modi in cui può farlo – incalza Bertozzi – attraverso una distribuzione straordinaria di dividendi, l’erogazione di servizi al costo, non opponendosi a riduzioni tariffarie in sede di definizione, ma questo sarebbe certamente complicato da gestire per una fascia specifica di utenza e non produrrebbe effetti nell’immediato. 
 

Il sistema più efficacie, pragmatico, rapido, ed anche doveroso, sarebbe invece quello di effettuare una donazione mirata ai territori colpiti dall’alluvione, così da alimentare un fondo ad hoc che venga poi utilizzato dalle Amministrazioni Comunali (unitamente ad altre risorse eventualmente recuperate) per ristorare attraverso specifici bonus l’extra consumo di acqua dei cittadini alluvionati.


Chiaramente non una donazione simbolica di poche migliaia di euro, buona per finire sui giornali, ma una cifra compatibile con i numeri di bilancio di Hera Spa che nel 2022, è bene ricordarlo, ha realizzato un utile al netto delle imposte di 372,3 milioni di euro. Un cifra compatibile con qualche milione di euro di donazione.

La richiesta in questo senso dovrebbe partire forte ed unanime da tutte le forze politiche e civili dei nostri territori: Hera Spa non è una società a mercato come le altre, è un’azienda del territorio che dal territorio trae profitto e che non può chiamarsi fuori da una situazione di questo genere.

Arriveranno ristori mirati da parte del Governo per questo capitolo di spesa? Bene – conclude Bertozzi – i fondi donati verranno utilizzati per altri temi sempre legati all’emergenza.