«Siamo al lavoro 24 ore sue 24, ma non possiamo dare risposte certe al momento». Mentre andiamo in stampa martedì 23 maggio il sindaco di Brisighella, Massimiliano Pederzoli, sta andando a supervisionare la frana che tiene bloccate le comunità di San Martino in Gattara e San Cassiano. I lavori per sgomberare la terra e verificare la stabilità della strada sono entrati nel vivo mercoledì. Solo una volta fatto questo si potrà essere certi sulla riapertura. «È prematuro fare previsioni – dice il sindaco Pederzoli – solo dopo queste verifiche potremo avere un quadro più certo. Quello che posso dire è che stiamo lavorando senza sosta. Nel caso non sorgessero ulteriori problematiche, la strada provinciale 302 potrebbe riaprire, almeno come senso unico alternato, tra otto o dieci giorni. Però lo scenario è in continua evoluzione». Rimane sullo sfondo l’ipotesi di una variante da una corsia che agganci in qualche modo il paese di San Cassiano dall’alto, servendosi di quelle che al momento sono strade vicinali arrampicate sui monti.

Per le famiglie isolate, importante allora avere come alternativa la rete ferroviaria, e anche qui si è al lavoro per cercare di ripristinare almeno il tratto Marradi-Fognano. «I binari sono stati liberati – aggiunge il sindaco -, ma dobbiamo fare anche qui tutte le verifiche del caso per evitare che ci siano altre frane». Ferrovia e provinciale 302 sono le due vie di comunicazione al centro dell’attenzione, ma tutta la vallata è stata colpita da centinaia di frane che hanno distrutto strade, pubbliche e private, e cambiato la morfologia del territorio. In tutto 250 le persone costrette a sfollare dalle proprie abitazioni, una cinquantina di queste ancora oggi ospitate al convento Emiliani di Fognano. Ci sono famiglie che hanno perso la casa, altre che si trovano ancora isolate. «Il quadro è molto complesso – dice il sindaco – praticamente tutte le strade provinciali sono chiuse al traffico, eccezion fatta per la Carla. Diversi ponti sono crollati, come quello di Ceparano o di via Rio Chiè». Intano sono arrivati beni di prima necessità, medico e farmacista nelle frazioni di San Martino in e San Cassiano. I generi alimentari di prima necessità sono stati suddivisi per nucleo familiare.

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Anche qui c’è chi ha perso la casa

«Quella sera abbiamo sentito la montagna tuonare, dopodiché siamo stati travolti»: è questo il commento di alcune famiglie che hanno dovuto abbandonare sotto la pioggia la propria casa travolta dalle frane e dal fango. Molte di queste hanno trovato ospitalità al convento Emiliani, ma non sanno quando potranno tornare nelle proprie abitazioni. Dopo il picco di ottanta persone ospitate, oggi qui sono una cinquantina e vivono assieme agli operatori della Protezione civile del Veneto, sostenuti da vari volontari. «Abbiamo dato disponibilità al Comune di Faenza – specifica il sindaco – di poter ospitare anche altre 40 persone, questo sicuramente può essere un luogo più decoroso rispetto a un palazzetto sportivo»