L’atletica italiana piange uno dei suoi velocisti storici: è scomparso a 80 anni Sergio Ottolina, che nel 1964 stabilì il record europeo dei 200 piani con 20”4.

Chi ha qualche anno sulle spalle come me, lo ricorda ai tempi in cui l’atletica era uno sport pionieristico e anche un po’ mitico: Sergio Ottolina. Lo possiamo inquadrare negli eroi di un altro tempo, rimasto stretto tra due grandissimi che hanno lasciato un segno indelebile con le loro gesta: Livio Berruti vincitore dell’oro sui 200 alle Olimpiadi di Roma e Pietro Mennea, ancora oggi recordman europeo dei 200, con lo strabiliante 19″72 corso a Città del Messico nel settembre del 1979. Sergio Ottolina aveva vinto la medaglia di bronzo agli Europei di Belgrado del 1962, dietro a Owe Jonsson, Svezia e Marian Foik, Polonia, rimasti, in realtà, due meteore. Il 21 giugno 1964 a Saarbrücken fissò il nuovo limite europeo, con il tempo di 20″4, migliorando il primato precedente (20″5) che era stato stabilito proprio da Livio Berruti nella finale dei Giochi olimpici di Roma del 1960.

Di lì a qualche mese, fu finalista ai Giochi Olimpici di Tokyo del 1964 nei 200 metri, dove si piazzò ottavo con 20”9, e nella staffetta 4×100 metri (composta da Berruti, Preatoni, Ottolina e Giannattasio), che giunse settima. Quattro anni dopo, ai Giochi della Olimpiade di Città del Messico, raggiunse nuovamente la finale con la staffetta veloce (questa volta composta da Ottolina, Preatoni, Sguazzero e Berruti), che ripeté lo stesso piazzamento dei Giochi precedenti. Alla stessa Olimpiade arrivò settimo anche nella finale della staffetta 4×400 (composta da Ottolina, Puosi, Fusi e Bello), dimostrando sia una grande duttilità come atleta e un forte attaccamento alla maglia dell’Italia.

Ottolina era nato il 23 novembre 1942 a Lentate sul Seveso: tra gli altri suoi risultati va ricordato anche che è stato anche campione italiano dei 100 metri e due dei 200. Un incidente stradale lo costrinse a chiudere la carriera prima dei Giochi di Monaco 1972, dove avrebbe potuto ancora dire la sua: in quelle Olimpiadi emerse prepotente la figura di Pietro Mennea che, a soli vent’anni, conquistò la medaglia di bronzo. Si diede quindi al bob, raggiungendo il podio con l’equipaggio della squadra a quattro ai campionati italiani del 1976. Che il cielo ti sia lieve, come le tue corse veloci, dove ritroverai Livio e Pietro!

Tiziano Conti