E’ montato un vero e proprio caso politico attorno alla vicenda dei ricci presenti a Faenza nella cosiddetta zona della Ghilana, dove si sta avviando un intervento immobiliare.

Il caso è arrivato in consiglio comunale, con un’interrogazione presentata da Alessio Grillini, consigliere di maggioranza per Italia Viva, e in Regione dove è stata presentata un’interrogazione da Giulia Gilbertoni del Gruppo Misto.

Le preoccupazioni nascono appunto dalla presenza di diversi esemplari di riccio europeo, specie a rischio estinzione e dunque tutelata a livello nazionale, in un’area che vedrà nei prossimi mesi un intervento edilizio.

Pertanto le due società coinvolte nel progetto di ristrutturazione dell’area adiacente alla nota “villa fantasma”, Coabi e La Tua Casa hanno chiesto una perizia a Fabio Dall’Osso, medico veterinario esperto di fauna selvatica, impegnato nel seguire oasi naturali e a salvaguardare specie selvatiche, in aree verdi pubbliche e private della città.

Dalla perizia si può notare che nell’area non sono presenti anfibi e rettili non essendo stati rinvenuti segni di “presenze”. Relativamente a presunte presenze di mammiferi, nella cantina sotterranea di uno degli edifici è stato individuato un singolo esemplare di chirottero (pipistrello), nello specifico di ‘rinolofo maggiore’ (Rhinolophus ferrumequinum) mentre, sotto una tettoia, è stata individuata una tana di riccio europeo (Erinaceus europaeus) non occupata.

Sono poi stati trovati segni di “presenza” (avanzi di pasti e deiezioni) di alcune specie di uccelli ma non sono state rilevate attività di nidificazione né in atto né passate.

Sono inoltre state rivenute, all’interno degli edifici, feci riconducibili al passaggio occasionale di esemplari di faina (Martes foina) e di ratto nero (Rattus rattus).  

La perizia del Dott. Dall’Osso in breve

Alla luce di questo risulta evidente che il complesso ‘la Ghilana’ non assume, sotto il profilo faunistico, un particolare valore poiché le specie residenti e il numero di esemplari presenti per ciascuna di esse è paragonabile ad ogni altro edificio da tempo abbandonato e posto al confine fra la periferia di una città di medie dimensioni e le aree rurali circostanti.

Per quanto concerne il singolo esemplare di ‘rinolofo maggiore’, la sua presenza non deve destare alcuna preoccupazione poiché non appena verranno avviate le varie e rumorose attività tipiche di un cantiere edile, l’esemplare si allontanerà spontaneamente mentre riguardo la presunta presenza di una ‘numerosa colonia’ di riccio europeo (premesso che la specie in questione non tiene dei comportamenti sociali e che quindi il termine colonia risulta essere inesatto), dal sopralluogo effettuato risulta chiaro che gli edifici non vengano minimamente sfruttati quale riparo dai ricci europei mentre questi frequentano l’area verde esterna principalmente per raggiungere la confinante proprietà dove alcuni cittadini hanno installato tre punti di alimentazione a loro destinati.

Dall’Osso raccomanda dunque di procedere nelle attività di demolizione, ristrutturazione ed edificazione adottando però la massima attenzione, arrestando l’attività e contattando i centri di recupero animali selvatici, laddove ci si trovasse di fronte ad animali la cui incolumità è minacciata dalle attività.

Qui la perizia completa del Dott. Dall’Osso