Torna trionfante dall’ultima gara ciclistica in Rwanda il faentino Manuele Tarozzi, arrivato primo nella VI tappa del Tour lo scorso 25 febbraio. Classe ‘98, professionista da due anni per Green Project Bardiani Csf Faizanè, Tarozzi ha già collezionato molte vittorie. Tra le squadre che lo hanno visto crescere la Faentina, la Zannoni, la Forlivese. Siamo riusciti a incontrarlo prima della prossima gara a Tirrena Adriatica e gli abbiamo chiesto di raccontarci com’è nata la sua passione per la bici.

Intervista al ciclista Manuele Tarozzi

WhatsApp Image 2023 03 02 at 20.48.55

Tarozzi, un commento sull’ultima gara.

In Rwanda tutte le tappe sono in altura. Siamo andati una settimana prima per ambientarci perché il dislivello è sempre di 2000-3000 metri.
La cosa che mi ha colpito di più di quest’ultima gara è stato vedere come il pubblico fosse sempre numerosissimo: a bordo strada c’era sempre tanta gente a fare il tifo.

Quando hai iniziato a correre in bici e quando hai deciso di farne il tuo mestiere?

Ho iniziato a sei anni. In casa mia la passione per la bici è sempre stata presente: mio padre, mio nonno, mio zio correvano e così ho iniziato anch’io. Dopo le prime vittorie mi sono appassionato sempre di più e ho continuato. Ho fatto anche altri sport, come il Triathlon, ma non ho mai smesso di pedalare. Non sono nato con la passione per la bici; durante le scuole superiori ho iniziato a chiedermi cosa volessi fare nella vita e ho capito che sarei diventato un professionista.

La cosa più difficile e la cosa più bella per un ciclista?

Credo che quando si ama ciò che si fa, si ha una bella squadra, niente sia particolarmente difficile. Sono spesso lontano da casa, ma mi piace viaggiare. Forse la cosa peggiore è il cibo che non è sempre buono… Lo stare insieme, il fare gruppo, penso che siano le cose più preziose per un ciclista. Poi certo, quando si corre lo si fa per vincere e quindi la vittoria è qualcosa che dà grandi soddisfazioni, ma lo stare insieme penso sia ancor più importante.

Qual è la gara che finora ti ha emozionato di più?

La gara più bella che ho corso finora è stata quella organizzata da Davide Cassani qualche anno fa, quando ero ancora nella categoria juniores che ripercorreva la 100Km in bici. Si partiva da Firenze per arrivare in piazza del Popolo a Faenza. Quel traguardo in piazza è stato il più bello finora.

Quale consiglio daresti ai ragazzi che si avvicinano a questo sport?

Il ciclismo è una scuola di vita. Impari a relazionarti con gli altri componenti della squadra, a stare lontano da casa. Ti permette di fare esperienze che ti porti dietro, a prescindere da cosa deciderai di fare nella vita. E poi è uno sport che si fa all’aria aperta: permette di fare attenzione ai bei paesaggi che abbiamo attorno ma a cui spesso non diamo attenzione.

Letizia Di Deco