La Caritas di Faenza-Modigliana ha partecipato all’evento Trasformiamo insieme le cure primarie, un laboratorio per condividere esperienze innovative in Cure primarie che si è tenuto a Bologna dal 17 al 19 febbraio. Il laboratorio è stato organizzato dal gruppo che porta avanti la campagna 2018 Primary Health Care Now or Never che sostiene un modello di Cure primarie centrato sulla persona, sulle sue reti familiari, di relazioni prossimali e orientato alla comunità. A questa campagna aderisce un gruppo indipendente di operatori provenienti da tutta Italia appassionati alle tematiche di salute: giovani medici di medicina generale e continuità assistenziale, medici del corso di formazione specifica in medicina generale, studenti di medicina, specialisti in salute pubblica e altre specialità mediche, infermieri, antropologi.

Nello specifico, le tematiche affrontate nella tre giorni sono state: lo sviluppo del Distretto sanitario, Casa della comunità e microaree; il passaggio dalla monoprefessionalità verso l’equipe multiprofessionale; la partecipazione comunitaria, la formazione e ricerca permanente. La Caritas diocesana è intervenuta in particolare nell’ambito dell’équipe multiprofessionale.

Un tavolo di dialogo tra operatori del Sert, Centro di Ascolto, Apg23, Centro di aiuto alla vita

All’evento la Caritas ha portato l’esperienza del tavolo Crac (Coordinamento risorse di rete alleate – Casi multiproblematici). Il Crac è un tavolo nato dal dialogo, dal basso, tra operatori del Servizio di Dipendenze patologiche e operatori del Centro di ascolto della Caritas che si impegnano nel portare avanti il coordinamento, con convocazione di un tavolo mensile nella sede del Centro di Ascolto.
Il bisogno era quello di avviare un dialogo tra i servizi sociali e sanitari e gli operatori e volontari di associazioni del terzo settore, coinvolti nella costruzione dei percorsi di presa in carico e autonomia delle persone in condizione di fragilità sociale e sanitaria.

Gli obiettivi sono fare rete, migliorare la collocazione delle risorse del territorio, rendere esplicite agli altri nodi della rete le risorse che ogni servizio può mettere a disposizione per evitare fraintendimenti (conoscenza delle competenze e risorse reciproche, migliorare la qualità di vita dei pazienti, attraverso la collaborazione e il rispetto delle mission, per andare a costruire delle progettualità condivise, flessibili e creative. Tuttora vi sono diversi attori che non partecipano al tavolo, ma che sarebbe utile coinvolgere, tra cui i medici di Medicina generale, perché diversi casi discussi al Crac presentano problematiche in parte sanitarie. Al tavolo partecipano operatori dei servizi pubblici sociali e sanitari (Servizio sociale adulti, Servizio sociale minori e famiglie, Servizio dipendenze patologiche e Centro di salute mentale) e operatori e volontari del privato-sociale (Caritas diocesana, Caritas parrocchiali, Comunità Papa Giovanni XXIII, Cav – Centro di Aiuto alla Vita).

Abbiamo avuto il piacere di far conoscere questo progetto, che rientra nella tematica della multi professionalità e quindi del lavoro e dialogo tra diversi professionisti, portandolo come esempio di un tavolo nato dal basso, che continua a lavorare e che vede una costante collaborazione tra il servizio pubblico e il privato sociale, in una visione più ampia della realtà, in termini di bisogni, del proprio territorio.

Sofia Farolfi