Una vita dedicata all’educazione. È morta il 23 gennaio scorso Margherita Padovani, che per tanti anni si è spesa in particolare all’interno della Scuola Sant’Umiltà nel diffondere e difendere la missione educativa cristiana. E per le tante opere compiute e i ricordi lasciati in città, nel 2007 ricevette il prestigioso riconoscimento di Faentino lontano. Margherita era nata a Faenza il 7 marzo 1920. Ha passato cinquant’anni della sua vita nel modo della scuola, dapprima come insegnante elementare in Romagna e in Umbria, poi, dopo il conseguimento del diploma di laurea in Lettere, come direttrice didattica a Spoleto, città nella quale era residente. Il premio ha riconosciuto la grande passione educativa e valori culturali e sociali che hanno caratterizzato tutta la sua vita, attraverso il suo impegno per costruire una società fondata sulla dignità della persona, secondo quei valori che ha sempre cercato di trasmettere alle giovani generazioni che ha educato.

Margherita Padovani, pur distante, ha inoltre sempre mantenuto in questi anni un fortissimo legame con la sua città natale. «Nel 1938, a 18 anni, ho conseguito il diploma di abilitazione magistrale, dopo aver frequentato, come alunna esterna, il triennio di studi superiori nell’istituto parificato di Sant’Umiltà. Provenivo dalle medie statali e trovarmi in un collegio religioso, all’inizio, mi turbò – ricorda in un suo testo -. Ben presto, però, l’ambiente educativo offertomi, quasi una “scuola-casa”, dove uno studio serio si svolgeva in un clima sereno e cordiale, mi aiutò ad una crescita consapevole e critica, aprendo il mio cuore alla Fede. Cominciavo ad acquistare quella fede adulta che mi ha aiutato, per tutta la vita, ad incarnare nella mia storia quotidiana gli ideali cristiani, guida sicura per il cammino di ogni uomo».
«Fin da allora mi resi conto della funzione educativa della scuola e decisi di diventare insegnante elementare per fare “la maestra” nell’ottica del solo “Maestro”, Gesù. Fare scuola non solo con la mente, ma con il cuore; preoccuparsi non tanto di istruire quanto di educare, nella consapevolezza che non esiste diaframma fra coscienza e conoscenza. A tal fine, la scuola dei piccoli, quale scuola di base, mi offriva il punto di partenza; aiutare i bambini fin dalla tenera età a vivere i valori chiave, che favoriscono la crescita interiore, per entrare, da adulti, nella società quali persone con una propria identità, mature e responsabili. Ebbe così inizio il mio ingresso nella scuola elementare. Il mio vissuto in Romagna con gli alunni di Albereto e di Celle per dodici anni è stata un’esperienza meravigliosa».

Dopo la guerra, Margherita riprese gli studi a livello universitario fino al conseguimento della laurea, che le permise di abbandonare l’insegnamento per operare in campo direttivo come direttrice didattica. «Non avevo più alunni da educare – ricorda -, ma potevo aiutarli a crescere spiritualmente, tramite la formazione etica-professionale dei loro insegnanti».

Il testamento spirituale

Ricordatemi non solamente nel mio ruolo di dirigente scolastico, bensì di una educatrice che ha creduto nell’azione formativa della scuola e che si è sforzata di operare in tal senso. L’insegnamento prima di essere una professione è “vocazione”. Una esperienza non facile, ma meravigliosa e inaudita, specialmente se permeata dalla pedagogia dell’unico vero maestro “Cristo”. A Lui ho ispirato la mia azione e la mia vita. Al suo incontro vado serena, fiduciosa della sua infinita misericordia.

Margherita Padovani

Il saluto delle suore di Sant’Umiltà di Faenza

Carissima Margherita,

la mattina del 23 gennaio, viene ricordata una santa Margherita e il nostro pensiero ti ha raggiunto.
Nel pomeriggio eri tu a raggiungere quel Cielo a cui tanto hai anelato. Erano anni che ti preparavi all’incontro con Gesù nella vita eterna. Grazie per la tua testimonianza di fede, le cui radici affondano nella nostra terra e nella nostra scuola di santa Umiltà di Faenza, a cui tanto eri legata. Quanta gioia quando fosti scelta come faentina lontana… che festa! Eri convinta che l’educazione è cosa del cuore e continua dal Cielo a contagiare con il tuo entusiasmo chi è affaticato e stanco, specialmente gli educatori, in questo tempo ricco di trasformazioni. Grazie per essere stata anche per noi una santa della porta accanto!
Nella Comunione dei Santi tieni accesa la fiaccola della Speranza, ravviva nei nostri cuori la fiamma della candelina che va ben oltre ai 103 anni. Grazie!

madre Imelde e tutte le tue monache benedettine di Santa Umiltà